A Natale, tante sorprese per il voto al MES
Sorpresa sotto l’albero di Natale. La maggioranza si spacca, così come si spacca l’opposizione.
I voti di giovedì scorso a Montecitorio narrano un dietrofront di tutti i partiti di fronte alla loro naturale coalizione
In una seduta rovente, dove il tema del giorno era la ratifica del Mes, i risultati sono stati soprendenti: 72 a favore, 184 contrari e 44 astenuti. L’Italia ha votato quindi un deciso no al trattato europeo del Mes. Siamo gli ultimi tra i 20 Paesi a presentare il voto, gli unici in Europa ancora a non aver ancora ratificato il Mes. E l’esito di giovedì scorso non fa che allontanare ancora il giorno in cui anche il nostro Paese aderirà al trattato.Da sottolineare che il voto non riguardava l’adesione o meno al Mes.
Non è venuta meno l’efficiacia del Mes
Si tratta solo della ratifica del trattato europeo nell’ordinamento legistlativo italiano.
Il Mes, acronimo di “Meccanismo Europeo di Stabilità”, più conosciuto come legge “Salva-Stati” è un fondo europeo che garantisce assistenza economica ai Paesi che hanno difficoltà finanziarie o che hanno difficoltà a reperire finanza dai mercati. E’ stato istituito nel 2012 mediante un trattato intergovernativo e attualmente è guidato dai 19 ministri delle Finanzie dell’area Euro.
Il Mes ha come finalità l’aiutare gli Stati che lo richiedono, ma a particolari condizioni, che variano in base alla natura dello strumento utlizzato.
Tramite il Mes si è pensato di ridurre le probabilità di default di un Paese, per non produrre conseguenze negative sulla moneta Euro e su tutti i Paesi dell’area
Di fatto è una sorta di assicurazione, connessa al concedere limitazioni alle sovranità nazionali nel periodo di gestione delle crisi.
Ritornando alla votazione di giovedi, i 72 voti a favore sono stati quelli di Partito Democratico, +Europa, Italia Viva e Azione, questi ultimi due per una volta uniti senza litigi. 44 come detto gli astenuti, ovvero Forza Italia, Noi moderati, Alleanza verdi e sinistra. Una coalizione al limite dell’assurdo, che fa pari con il “fronte” dei 184 contrari. Nel gruppone del no infatti troviamo Fratelli d’Italia e incredibilmente il Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte, da sempre critico con l’attuale Governo, che vota assieme a Meloni e Salvini. Già questa è una sorpresa, al pari dell’arrivo di Babbo Natale.
I due leaders della maggioranza invece agiscono diversamente
Salvini gongola del risultato, sbandierandolo, come suo carattere, in ogni dove. Il Presidente del Consiglio invece sotto traccia, tessendo trame da presentare a Bruxelles. A Giorgia, il Mes con tutta la sua architettura proprio non piace. Da diverso tempo richiede all’Europa una riflessione per procedere ad una revisione complessiva della materia. Meloni, così facendo, sta finalmente portando avanti gl interessi dell’Italia.
Le banche italiane, diversamente dai nostri conti pubblici, stanno andando a gonfie vele. Sono solide e hanno ottimi indici, i migliori in Europa. Non così avviene in Germania. Nonstante i conti pubblici in ordine, i tedeschi risentono delle difficoltà attuali delle proprie banche, prima fra tutte la Deutsche Bank. Il nostro esecutivo, il Ministro Giorgetti in testa, sa che se cadono le banche tedesche anche l’Italia ne risentirebbe negativamente. Tuttavia il gesto della Meloni va dritto al cuore del problema, facendo notare ai partners europei che “se noi abbiamo un problema di tenuta conti, voi avete un problema di struttura finanziaria”. Cadiamo noi, cadete voi. E quindi dobbiamo aiutarci.
Una prova di forza, coraggiosa e rischiosa di Giorgia, ma che ha l’intento di battere più di qualche pugno a Bruxelles e anche di far venire i mal di pancia a qualche alleato troppo sicuro si sé.
D’altra parte l’Italia, fin dall’insiedamento del Mes, è il terzo socio, dopo Francia e Germania, ad aver versato la maggior parte degli 80 miliardi per la creazione del Mes
L’Italia ha quote per il 17,91%, la Francia per il 20,38%, la Germania per il 27,14%. Gli altri Paesi sono tutti ben al di sotto. Ed è con queste quote che Palazzo Chigi intende far valere la forza dell’Italia in Europa, soprattutto per avere argomenti nello spinoso Patto di Stabilità.
Le opposizioni attaccano il Governo. Schlein e compagni chiedono a gran voce le dimissioni del ministro Giorgetti, ma fanno registrare una netta divisione interna. Conte si è distaccato dal Pd, suo fermo alleato da sempre, e afferma che “Meloni ha più volte mentito sul Mes”.
Adesso, come in una vera favola natalizia, si trova miracolosamente a votare assieme ai Fratelli d’Italia. Ma il vero e incredibile miracolo di Natale avviene fra Renzi e Calenda, per una volta uniti nel voto, come Giuseppe e Maria nel presepe.
E chissà se nascerà nel 2024 un nuovo bel bambinello “targato” Terzo Polo
Nel frattempo Tajani, nella bagarre dell’aula di Montecitorio, porta al Governo oro, incenso e mirra. Commenta benevolmente che, al di là delle divergenze di vedute, la maggioranza rimane compatta e nessuna crepa scalfisce l’unione. La crepa invece c’è ed è del tutto evidente in Europa, dove si proclama amicizia fraterna, ma in realtà predominano egoismi e sovranismi che mettono in competizione le Nazioni.
L’Italia finalmente non ci sta
L’Italia finalmente alza la posta. Per i risultati dobbiamo attendere il nuovo anno,
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