Acca Larenzia: saluti romani non vanno bene. Gli Slogan 10,100, 1000 Nassiriya si!
Non va bene l’uno, ma neppure l’altro. Ma i primi sono condannati. I secondi scusati e spesso adulati.
La strage
Era il 7 gennaio 1978. Un commando mai identificato, sparò con armi automatiche contro cinque ragazzi dell’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, il Fronte della Gioventù. Due giovani studenti Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta vennero feriti mortalmente. Una delle armi utilizzare risultò poi legata alle Brigate Rosse.
Scoppiarono subito dopo dei tafferugli, sembra perché un operatore televisivo, inavvertitamente, avesse gettato un mozzicone di sigaretta nella pozza di sangue di uno dei ragazzi uccisi. Negli scontri restò ucciso un altro giovane missino Stefano Recchioni.
Ma la lista di sangue non finisce qui.
L’anno successivo durante le commemorazioni scoppiarono nuovi tafferugli, nei quali perse la vita un quarto giovane missino Alberto Giaquinto. Ucciso da un poliziotto, che verrà successivamente condannato per eccesso colposo di legittimità difesa.
Sempre due pesi diversi
Ora a questa commemorazione alcuni elementi di estrema destra, hanno fatto il saluto romano. Non è successo solo oggi, è un fatto che va avanti da decenni. Ma chiaramente oggi si apra una gazzarra contro il governo. Del quale nessuno esponente faceva parte di coloro i quali facevano i saluti. Nessun dirigente di partito di Fratelli d’Italia è accusato di questo. Però si vuole mettere in mezzo il governo.
Mentre invece su quello che succede nella storia della sinistra nessuno dice molto
Qualcuno ricorda l’infame appello di Camilla Cederna contro il Commissario Calabresi?
Gli oltre settecento intellettuali che lo firmarono, di cui solo poi Scalfari anche se tardivamente, ammise una responsabilità morale nell’aver reso un commissario di polizia, che non era neanche presente all’interrogatorio dell’anarchico misteriosamente caduto dalla finestra della questura di Milano,un bersaglio. Quelli intellettuali sono tutti tranquillamente restati a godersi l’ammirazione del mondo.
Adriano Sofri ad un certo punto ha riconosciuto l’errore dell’estremismo politico del suo giornale.
Ma il suo era un giornale che schedava i ragazzi di destra,che metteva i loro identikit, e li rendeva degli obiettivi sensibili ha avuto un ruolo importante nel fomentare le violenze. La responsabilità morale non si cancella.
Acca Larenzia è stata la sede di una strage. Le vittime erano i giovani missini ed terroristi che hanno sparato non fu mai stati presi. Ma c’è un aggressore anche lì che c’è un aggredito.
Non importa se si condivide l’idea della vittima, il principio fondante della democrazia è che si debba condannare la violenza.
Quali colpe avrebbe la destra di governo?
Non era mica una manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia. Quelli che salutavano con il braccio alzato erano appartenenti sicuramente a movimenti di destra. Ma non di destra di governo.
Non si può attribuire una responsabilità a Giorgia Meloni. Altrimenti secondo lo stesso ragionamento Elly Schlein dovrebbe essere responsabile tutte le volte che qualcuno grida dieci cento mille Nassiriya, anche se è qualcuno dei centri sociali. Semplicemente per una presunta continuità ideologica.
Continuità ideologica tra l’altro tutta da provare nel caso della destra. Che in questi anni ha dovuto fare molt volte pubblicamente mea culpa
Perché nessuno dice niente del terribile corteo antifascista a Firenze dove si gridava “Viva le foibe”?
Perché è lecito appendere a testa in giù un bambolotto con la faccia di Giorgia Meloni? Perché non suscita lo stesso clamore mediatico dei saluti romani di alcuni estremisti ?
Nessuno può accusare il Partito Democratico di quello che fanno i centri sociali. Nonostante vi sia una certa tendenza ad accarezzare quell’ elettorato, a coccolarlo, a non condannarne gli eccessi .
Differentemente da Giorgia Meloni che cerca di stare lontana dagli estremisti.
La democrazia implica il fare i conti con qualunque violenza, ed a condannarla a prescindere dall’appartenenza ideologica
Purtroppo a sinistra c’è ancora il mito di una superiorità morale, per la quale magari i terroristi sbagliavano, la violenza era esecrabile. Ma la violenza fatta da chi era ritenuto essere dalla parte giusta, rimane meno grave, agli occhi dell’intelligenza di sinistra e le vittime di tale violenza sono martiri di serie B.
Pensiamo a lando Conti, sindaco di Firenze, ucciso dalle Brigate Rosse, che ha dovuto aspettare decenni per vedere scritta sulla sua targa la matrice politica del suo omicidio. Un uomo mite, scarsamente commemorato e ricordato semplicemente perché in Toscana c’è ancora il mito dei buoni, che ammanta i terroristi di sinistra.
O vogliamo ricordare il tragico caso del diciottenne milanese Sergio Ramelli massacrato a colpi di chiave inglese. E l’infame pagina in cui il consiglio comunale accolse con un applauso la notizia della sua morte dopo quaranta giorni di agonia, sindaco incluso?
Le commemorazioni ufficiali, hanno dato un monito importante
Il presidente della regione Lazio Francesco Rocca, ha pronunciato delle parole, sulle quali si dovrebbe riunire tutta la politica italiana. Che danno veramente il senso del bisogno di ricordare e del messaggio che le istituzioni debbono trasmettere soprattutto ai giovani: “Acca Larentia è forse il momento più drammatico della storia degli anni di piombo, di una stagione di odio e della caccia all’uomo. È importante ricordare perché non si ripetano mai più, perché ci si sappia confrontare sempre sulla base delle idee e mai della violenza. Oggi si tende a rimuovere questo periodo e invece è importante ricordare”.
È lo stesso messaggio che chiede il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, recandosi al capezzale di un altro giovane militante missino sprangato a morte Paolo Di Nella, ed invitando tutti coloro che sapevano a denunciare i responsabili di quello che agli occhi del capo dello Stato era un gesto criminale.
Dunque non siamo ipocriti, l’estremismo va condannato e la violenza va condannata ma vanno condannati da qualunque parte provengano.
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