Addio a Giuseppe Matulli
Si è spento all’età di 85 anni Giuseppe Matulli, personalità politica importante a Firenze e più in generale in Toscana tanto da essere considerato un vero e proprio punto di riferimento, soprattutto per l’area cattolica di sinistra.
Ex leader della DC Toscana, fervente antifascista, Matulli ha ricoperto vari incarichi a livello locale e nazionale, distinguendosi sempre per capacità, competenza e attitudine al dialogo.
Fu vicesindaco a Firenze, Sindaco di Marradi, assessore al Comune di Scandicci, e poi consigliere regionale e infine parlamentare e sottosegretario
Insomma, una figura di rilievo e di tutto rispetto per il territorio, la cui dipartita ha lasciato un profondo senso di tristezza in tutto il tessuto cittadino a prescindere dalle specifiche appartenenze politiche.
Matulli, come formazione, era un economista e infatti dopo l’università divenne ricercatore universitario in Statistica. In modo assai precoce, tuttavia la politica lo ha appassionato fino a diventare il punto centrale della sua attività. Una politica mai vista come carriera ma vissuta come servizio alla comunità.
Dopo la fine della Democrazia Cristiana, nella quale ha rivestito ruoli importanti, aderì alla Margherita e dal 2007 al PD
Sicuramente un riformista moderato, espressione di quella corrente di sinistra del cattolicesimo che ha sempre rifuggito letture ideologiche e faziose della realtà locale e nazionale. Insomma non un massimalista e soprattutto non un politico banale, come purtroppo oggi se ne vedano tanti. Matulli si è sempre posto a servizio di progetti nei quali credeva – a torto o a ragione – senza mai lasciare che il pregiudizio né offuscasse la visione e questo sicuramente ne fa una figura importante e rispettata nel panorama cittadino e toscano tanto che riscuoteva stima e apprezzamento da parte anche degli avversari politici.
Insomma, se ne è andato un bravo politico e un bravo amministratore
Un politico vecchio stampo e non uno showman, cui purtroppo gli ultimi decenni ci hanno abituato, capace di trar forza dalla sua preparazione.
La sua morte, insomma, lascia sgomenti quanti lo hanno conosciuto e apprezzato all’interno del centrosinistra fiorentino e toscano. Molti i messaggi di cordoglio in queste ore, a partire dal sindaco Nardella che riconosce a Matulli grande capacità politica e passione. Il sindaco di Firenze sottolinea proprio le qualità del politico Matulli anche nel rapporto con i giovani che ha formato con grande dedizione all’imepegno civico e politico. “Negli ultimi anni – sottolinea Nardella – abbiamo apprezzato il suo lavoro alla presidenza dell’Istituto storico della Resistenza e anche per questo ricordiamo i suoi interventi nelle celebrazioni della liberazione di Firenze, all’insegna dell’alto tenore culturale e intrisi di valori democratici”.
Il Presidente Giani che con cui Matulli collaborò ai tempi della Giunta Domenici sottolinea la grande visione di modernizzazione della città che lo portò a immaginare il progetto tramvia che ancora oggi – a distanza di decenni – occupa un posto di primo piano nella politica cittadina. Giani inserisce Matulli nei grandi della tradizione cattolica di sinistra di Firenze assieme ai suoi protagonisti principali da Giorgio La Pira a Padre Ernesto Balducci.
Un cattolicesimo radicato nella società come impegno continuo a servizio della comunità
Un personaggio dunque che, pur provenendo da un ambiente preciso, mantenne sempre la propria libertà di pensiero, finanche nei temi di più stringente attualità. Tutti ricordano quando a Sesto Fiorentino, comune politicamente molto caratterizzato, equiparò la resistenza ucraina a quella partigiana contro il nazifascismo. Materia che, peraltro, conosceva molto bene nella sua qualità di Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza, ruolo che esercitò al netto di ogni sovrastruttura ideologica ma anzi, invitando a rendere la festa del 25 Aprile una festa veramente di tutti, abbattendo mura e barriere che non possono trovare cittadinanza in una comunità che compatta contrasta il totalitarismo in favore della libertà.
Insomma, una figura storica, di rilievo che mancherà alla città, anche da avversari.
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