Strana cosa la democrazia, intrisa di viltà e di paura. Rivendica il suo ruolo di migliore governo possibile, ma appena il popolo accenna al dissenso rispetto ai dettati proposti scatta la censura fino alla persecuzione vera e propria.
È vile perché non ha la fermezza autoritaria dell’imposizione; è paurosa perché evita la messa in discussione dialettica dei suoi comportamenti. E quando non ce la fa ad addomesticare la massa, scatena le minoranze reiette e violente contro i temuti svelatori della sua ipocrisia.
Quando poi la democrazia è in mano alla sinistra, allora si arriva – come dice Douglas Murray – “a cercare di riordinare la società non in ragione dei fatti derivati dalla scienza. Ma sulla base di falsità politiche imposte dagli attivisti delle scienze sociali”.
L’aberrante copertina de L’Espresso
Credo che la copertina de L’Espresso esemplifichi graficamente l’aberrazione denunciata dall’analista politico inglese: un uomo incinto sarebbe portatore di ricchezza.
La foto del barbuto in stato di gravidanza conferma ulteriormente il pensiero di Murray, secondo il quale “le nostre società sono giunte ad uno stadio di negazione di portata apparentemente industriale”.
È la paranoia spinta ad un grado mai ipotizzabile dalle scienze psi-: se la mia voglia contrasta con la natura, peggio per la natura.
E allora si inventano pregiudizi storici, tabù biologici, fisime ormonali e preclusioni fenotipiche:
arriva finalmente l’ibridazione di sistema, con le donne falliche – non in senso psicoanalitico, ovviamente – e gli uomini vaginali.
Tutto ciò potrebbe rimanere nell’ambito della fantascienza, nella distorsione del Golem o nella anomalia di Frankenstein, se tecnica e capitale non fossero collusi in un progetto di ingegneria sociale e di manipolazione della realtà.
Anche gli ambiti accademici sono stati coinvolti in questa strategia di manipolazione, con il supporto incondizionato dei social media e delle varie agenzie di intossicazione comunicativa. I diritti vengono confusi con le voglie più aberranti, e l’egoismo individualista ha reso la vita un oggetto di manipolazione.
Possiamo parlarne? Assolutamente no! “Meditare ad alta voce sulle questioni più controverse è diventato talmente rischioso che, solo a calcolare il rapporto costi/benefici, non ha praticamente senso assumersi un simile rischio”, avverte Murray.
Con noi, minacciosi guardiani del pensiero unico, cascate male. Siamo renitenti alle vostre trappole linguistiche, refrattari al pensiero debole, inossidabili alle lusinghe dell’indifferenziato: per noi esiste il vir e la domina, il maschio e la femmina, l’animus e l’anima. Restiamo nel complementare del corpo e della psiche e rifiutiamo l’ambiguità indistinta dell’Androgino.
La natura e la ragione avranno la meglio sulle vostre sperimentazioni perverse.
Prof. Adriano Segatori per electomagazine.it
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