AFFRONTARE L’INSICUREZZA TRA REALTÀ E PERCEZIONE!
Quando si affronta il tema dell’insicurezza, emerge spesso una dicotomia tra ciò che è reale e ciò che è percepito.
Molti sostengono che la paura diffusa tra i cittadini sia amplificata dai mass media o strumentalizzata da alcune narrazioni politiche, ma questa visione rischia di sottovalutare un aspetto fondamentale: la percezione è spesso radicata nella realtà
Non è possibile percepire senza che vi sia un oggetto, un evento o una situazione che stimoli i sensi o la coscienza. Di conseguenza, l’insicurezza percepita è spesso il riflesso di una condizione fenomenica concreta, anche se talvolta filtrata o amplificata da fattori esterni.
La percezione, quindi, è o non è l’effetto della manifestazione del reale?
La percezione è uno degli strumenti principali con cui gli esseri umani interpretano il mondo. Attraverso i sensi, raccogliamo informazioni che ci permettono di costruire una mappa della realtà circostante. Se molte persone percepiscono insicurezza in un determinato contesto urbano, non è sufficiente liquidare questa sensazione come frutto di manipolazioni mediatiche o di una visione distorta.
Al contrario, bisogna indagare quali siano i fenomeni reali che alimentano questa percezione
Ad esempio, la presenza di fenomeni come atti di microcriminalità, degrado urbano, scarsa illuminazione delle strade, o la mancanza di presidi di sicurezza visibili, sono tutti elementi che contribuiscono a creare un contesto in cui le persone si sentono vulnerabili. La percezione dell’insicurezza non è, quindi, un dato casuale o un errore cognitivo, ma una risposta adattativa a segnali ambientali concreti.
Allora, fatte queste premesse, può avere un senso cercare di adottare strategie negazioniste finalizzate a rassicurare le persone?
Un errore comune è minimizzare o negare la percezione diffusa di insicurezza, bollandola come irrazionale o indotta. Questa strategia, spesso adottata per evitare allarmismi o per ragioni politiche, rischia di peggiorare la situazione. Le persone che si sentono insicure in un determinato luogo avvertono una discrepanza tra la loro esperienza quotidiana e il discorso pubblico che nega o sminuisce il problema.
Questo genera un sentimento di sfiducia nelle istituzioni, percepite come distanti o incapaci di affrontare le problematiche reali
Riconoscere la gravità della percezione dell’insicurezza non significa assecondare paure irrazionali, ma piuttosto affrontare con serietà i fattori che la alimentano. Significa, ad esempio, analizzare i dati sui crimini, identificare le aree a rischio e adottare politiche mirate per migliorare la sicurezza percepita e reale.
Non si può negare che i mass media e la politica abbiano un ruolo nel modellare la percezione dell’insicurezza
Tuttavia, attribuire loro l’intera responsabilità sarebbe un errore. I mass media, se da un lato possono amplificare determinati episodi, dall’altro spesso si limitano a riportare fatti che hanno un impatto reale sulle comunità. La politica, invece, ha il compito di ascoltare queste percezioni e tradurle in azioni concrete.
Quando una comunità percepisce insicurezza, è un segnale che qualcosa non funziona: può essere la mancanza di un’adeguata manutenzione degli spazi pubblici, la sensazione di abbandono in quartieri periferici, o una carenza di presidi delle forze dell’ordine.
Ignorare o banalizzare queste problematiche è una forma di deresponsabilizzazione che non risolve nulla e alimenta ulteriormente il disagio
L’insicurezza percepita non è mai un dato puramente soggettivo o una semplice illusione. È una rappresentazione concreta di una realtà che, per quanto scomoda, merita di essere affrontata con serietà e onestà. Come diceva Epicuro circa 300 anni prima della nascita di Cristo, “Non è possibile vivere felici senza vivere in sicurezza”.
Il senso di sicurezza è il fondamento di una vita serena. Per migliorare il senso di sicurezza nelle città, è necessario riconoscere il legame indissolubile tra percezione e realtà, intervenendo non solo sulle narrazioni, ma soprattutto sui fattori ambientali e sociali che alimentano il disagio, agendo con coraggio sulle cause profonde e sui segnali che il contesto urbano ci invia.
Solo così, o anche così, sarà possibile costruire comunità più serene, coese e sicure
Negare l’evidenza equivale a chiudere gli occhi davanti a una verità che non svanisce, ma si rafforza. Ignorare i segnali di disagio o insicurezza significa alimentare un problema che, lasciato a sé stesso, cresce fino a imporsi come una realtà ineludibile. Come suggerisce il principio della legge naturale, il rifiuto di affrontare una verità scomoda porta inevitabilmente a scontrarsi con le sue conseguenze, più dolorose e difficili da gestire col passare del tempo. Riconoscere la realtà, invece, è il primo passo verso una soluzione consapevole e duratura.
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