Un lungo applauso ha accolto a Trieste, nella chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, i feretri di Pierluigi Rotta e Matteo, i due poliziotti uccisi lo scorso 4 ottobre in una sparatoria nella questura. A celebrare i funerali l’arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi.
La città di Trieste, “unita e composta in maniera esemplare”, stringe “in un abbraccio corale, forte e commosso” Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, i due poliziotti uccisi nella sparatoria in questura dello scorso 4 ottobre ha detto l’arcivescovo, rivolgendosi nell’omelia direttamente ai due agenti uccisi e dando atto alle forze di polizia di svolgere un “difficile lavoro, non sempre adeguatamente compreso e valorizzato”.
“Carissimi Matteo e Pierluigi – ha aggiunto – innumerevoli sono stati gli atti di amore verso di voi che hanno trovato espressione in questi giorni di dolore: dalle preghiere in tutte le chiese cattoliche e delle altre confessioni religiose della Città alla partecipata fiaccolata promossa il giorno dopo la vostra uccisione; dalle iniziative messe in atto dal nostro Sindaco con il lutto cittadino e la commemorazione in Consiglio comunale alla decisione dell’Amministrazione regionale di assegnare un concreto aiuto alle vostre famiglie; dagli attestati di affetto di tantissimi cittadini con l’omaggio di fiori deposti davanti alla facciata del palazzo della Questura ai disegni dei bambini”.
“In molti di quei disegni, proprio i bambini, con la loro spontanea e innocente intuitività, vi hanno descritto come i nostri angeli. Sono certo – ha proseguito l’arcivescovo – che, dopo questo atto di addio, Trieste continuerà a ricordarvi come i suoi angeli e, con lungimiranza umana e civile, vi ha già dedicato un segno a perpetua memoria del vostro sacrificio, che resti come un monito soprattutto per le giovani generazioni, che da voi sono chiamate ad imparare una fondamentale lezione di vita. Questa: a costruire sono gli uomini e le donne pronti al servizio e al dono di sé, mentre a distruggere sono quelli che coltivano la violenza, l’odio e il proprio egoistico interesse”.
“Mentre meditavo sulla stella della fede che ha illuminato anche il vostro percorso di vita, mi è venuto spontaneo andare con la mente ad un video amatoriale che avevo visionato, prodotto durante una notte mentre stavate facendo il vostro lavoro, dove, con la gioiosa maturità dei vostri trent’anni, invitavate i cittadini di Trieste a dormire tranquilli, perché a vigilare sulla loro sicurezza c’eravate voi che vi definite figli delle stelle. Cari Matteo e Pierluigi – ha concluso mons. Crepaldi – anche dopo questo addio, per Trieste voi resterete i luminosi figli delle stelle. Trieste vi dice grazie, mentre affida alla materna protezione della Madonna, Stella del mattino, le vostre anime e i vostri cari”.
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