Alitalia, un tempo ormai lontano fiore all’occhiello della nostra nazione, è ormai arrivata alla decozione più completa. Le casse societarie sono così vuote che è scappato anche il classico ragno. Infatti ieri ha annunciato che non potrà anticipare la CIG ai propri dipendenti.
Sai che novità. Neanche le altre aziende italiane. Con la differenza che Alitalia è da anni, decenni, che becca miliardi di lire e milioni di euro di aiuti statali. E non bastano mai.
Fin da quando sono bambino, le notizie che mi hanno accompagnato per la mia vita sono state sempre due: la guerra in Medio Oriente e la crisi finanziaria di Alitalia.
Alitalia oggi significa un numero limitato di rotte, pochi aerei e fatiscenti, ma un numero di dipendenti impressionante.
Adesso sarebbe arrivato il momento più propizio con la persona più indicata. Nessuno ha mai avuto il coraggio di fare, ad esempio, quello che hanno fatto in Svizzera. Quelli coi capelli bianchi ricorderanno la vecchia Swissair. Indebitata e con un parco dipendenti sovradimensionato. Il Governo svizzero, noto per il suo pragmatismo, nel 2002 la fece fallire. Dalle sue ceneri nacque Swiss, interamente posseduta da Lufthansa. Compagnia aera spettacolare, con aerei nuovi, rotte intelligenti e con un numero di dipendenti adeguati. Io l’ho usata spessissimo e con grande soddisfazione. Almeno fino al Covid.
Draghi, uomo pragmatico quanto gli svizzeri se non di più, dovrebbe approfittare di una situazione disastrosa per tutte le compagnie aeree mondiali. Avendo dalla sua qualcosa come l’80% del parlamento dovrebbe fare come hanno fatto gli svizzeri e recitare, finalmente, il de profundis per questo pozzo senza fondo mangia soldi.
Certo: metà Roma si riempirebbe di disoccupati e ai sindacati verrebbe un colpo apoplettico, ma sdarebbe l’unica cosa logica che potrebbe rendere a questa nazione una linea aerea di bandiera di cui andare fieri.
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