ALL’ARME SON FASCISTI!

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ALL’ARME SON FASCISTI!

Martedì scorso a Genova un sindacalista della CGIL aveva denunciato una presunta aggressione a matrice fascista, riferendo di essere stato insultato da due uomini che lo avrebbero apostrofato con “Comunista di m…” per poi passare alle vie di fatto, tra sputi, botte e saluti romani.

Immediatamente il caso è stato cavalcato fino a farlo diventare (quasi) “nazionale” con la consueta giaculatoria contro il fascismo da parte di una sinistra che si avventa su questi casi come se non avesse (invero, non l’ha davvero) altra proposta politica che l’antifascismo

L’ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando subito si è lanciato in una arringa contro i tempi che stiamo vivendo ricordando che il fascismo – quello vero, quello storico – nasceva con le aggressioni proprio alle Camere del Lavoro. Il Pd, Avs, Azione, Prc e M5S hanno parlato di «gesti di violenza inaccettabili», stigmatizzando genericamente un clima di tensione che non fa bene alla democrazia, ma al tempo stesso dimentichi evidentemente dei molteplici episodi di tensione scatenati proprio da manifestanti di sinistra con tanto di offese, minacce, foto della Meloni bruciate, o, da ultimo, inviti a sparare al Premier.

Sempre di clima da fascismo conclamato ha parlato, con discreto spregio del senso del ridicoo, la stessa CGIL (e gli altri sindacati) che ha chiesto la convocazione del tavolo per l’Ordine e la Sicurezza in Prefettura probabilmente paventando una nuova marcia su Roma, o meglio, su Genova

Naturalmente, con immancabile richiamo ai valori figli della Liberazione, di cui quest’anno si celebrano gli 80 anni. E, quanto ai fatti, sono convintissimi addirittura che sia stato un gesto squadrista e premeditato (da chi non si sa, visto che gli stessi dichiarano di non conoscere i mandanti di questa violenta aggressione).

Poteva mai mancare poi l’ANPI strenua difensore dei terroristi di Hamas o dei russi che hanno immediatamente convocato un presidio democratico incolpando ovviamente il Governo di un presunto revisionismo storico per sdoganare atti fascisti. Insomma, siamo alle manie di persecuzione travestite da analisi politica

Insomma, ne è nata immanente una manifestazione cui hanno preso parte sindacalisti e politici (compresa la Salis, candidata a sindaco di Genova) che ribadisce lo spirito antifascista di Genova e, tanto per cambiare, la solita polemica contro chi non si definisce antifascista.
Insomma, il consueto armamentari ideologico che prescindendo dall’analisi dei fatti, subito individuando subito i colpevoli – i fascisti – e i mandanti – il Governo.

Poi però partono le indagini della Procura e si scopre che qualcosa non torna. Non tornano gli orari riferiti dalla presunta vittima, non sono identificati gli operai che avrebbe incontrato la vittima subito prima del fattaccio ( e, si presume assistito all’evento?), né risulta alcun riscontro oggettivo alle dichiarazioni del sindacalista. Insomma , niente di niente che corrobori la versione data dal sindacalista

Certamente le indagini dovranno chiarire – e lo faranno – i fatti, ma al momento, nessun riscontro oggettivo e dei due presunti fascisti, nessuna traccia. Saranno i fascisti fantasmi che hanno scoperto il trucco dell’invisibilità? Chissà.
Come se tutto ciò non bastasse – ultimo aggiornamento – il sindacalista lamentando una presunta “forte pressione emotiva” (ma da parte di chi? Boh!) ha ritirato la querela sporta, pur tenendo a confermare i fatti per come li ha ricostruiti.

Ora, premesso che il procedimento e le indagini andranno avanti d’ufficio, come è giusto che sia, non può non stupire l’atteggiamento della presunta vittima che, certo va rispettato come dice la CGIL, ma che nondimeno suscita diversi interrogativi. Perché ritirare la querela?

Chi ha fatto queste pressioni?
Così come suscitano interrogativi, in questo caso facilmente risolvibili, le reazioni scomposte di tutti quanti sono saliti immediatamente sul carro della propaganda, anche se dai fatti non risulta assolutamente nulla.

Cui prodest trasformare Genova in un nuovo teatro da Marcia su Roma? Forse che serve compattare l’elettorato in vista delle prossime elezioni cittadine?

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, diceva qualcuno

Da cariche istituzionali, o da chi ambisce a ricoprirle, ci si aspetterebbe un minimo di cautela, in attesa quantomeno della ricostruzione dei fatti. Eppure, non ci riescono. È più forte di loro!

Per costoro, e per la sinistra in generale, il fascismo rappresenta il manto rosso (mi si perdonerà l’incongruenza politica) per il toro, o la campanella dei cani di Pavlov

Non appena se ne sente l’odore, costoro non resistono, devono attaccare, del tutto indifferenti alla verità dei fatti; del tutto immuni da ogni necessità di analisi e di approfondimento. Parafrasando una celebre pubblicità, “fascismo. Basta la parola”.

A questo hanno ridotto l’antifascismo: a una serie di slogan buoni da usare come clava a fini politici, per mascherare l’assenza totale di progettualità. Una coperta buona per tutte le stagioni con cui coprire le proprie inefficienze e conclamate incapacità

A ben vedere, si tratta di uno step successivo rispetto al fascismo eterno di Umberto Eco che trasforma il fenomeno in una categoria antropologica dell’essere e non in un fenomeno storico di cui si rinuncia per principio all’analisi per continuare ad agitarne ad libitum lo spettro quando conviene.

Insomma, una forma di strumentalizzazione della lotta di Resistenza che non credo farebbe piacere ai veri partigiani che sono morti per garantire a tutti noi il ritorno della libertà

Ma ormai la loro memoria è ostaggio di una deriva ideologica ampiamente monopolizzata a sinistra che hanno fatto dell’antifascismo un feticcio del tutto inutile. L’attuale ANPI con le sue macroscopiche contraddizioni ne è l’esempio più lampante. E dire che la lotta per la libertà sarebbe una cosa seria, ma lasciata in mano a questi, diventa una macchietta imbarazzante.

Ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso nel caso genovese punendo severamente gli autori dell’atto se si è realmente svolto, ma ci auguriamo anche che cessi questo clima cabarettistico da caccia alle streghe quando si omette volutamente di prendere in seria considerazione la tensione esistente nel paese di cui proprio la sinistra che se ne lamenta, ma ne è primo protagonista e primo attore.

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