Altro che cambiamento climatico! Piromani scatenati, servono pene più dure

Il 98% dei roghi causato dall’uomo. Servono pene più severe, non la retorica sul clima

Cambiamento climatico ed incendi. Una boiata. Nove volte su dieci sono i piromani ad innescare i roghi. Non ci credete: andate in emeroteca e controllate gli articoli in merito fini agli Anni ‘80: ogni estate boschi in fiamme, Canadair in volo e qualche piromane (qualche purtroppo) beccato con le mani nella marmellata. O sull’innesco, sarebbe meglio dire.

 

Siamo andati a controllare sul web di che tipo siano questi inneschi e siamo rimasti sbalorditi per la loro semplicità: dalla piccola torcia (bastone e pezza) imbevuta di cherosene alla mano che, accendino in pugno, passa la fiamma sulle sterpaglie.

Non serve dunque essere “specializzati”: lo sfogo della piromania è, ahinoi, alla portata di chi soffre di questa patologia pericolosa e devastante anche per il prossimo e per il patrimonio naturalistico.

Ed acconto ai maniaci del fuoco anche gli emuli o i pazzi in cerca di notorietà, specie in un’epoca in cui essere popolare si misura con i video postati sui social.

Non mancano poi vendette, intimidazioni criminali o atti di semplice sbadataggine di ignari agricoltori per mandare migliaia di ettari in fumo. Come i bollitori di pomodori che nel 2017 distrussero  (per errore, ma distrussero) lo storico “DVX”  realizzato con i pini sul Monte Giano.

Settecento gli ettari bruciati nel solo  Carso questo luglio; sessantamila in tutta la Penisola nel 2020.

È proprio due anni fa il Corriere riportò dati dell’Arma dei Carabinieri decisamente preoccupanti circa il fenomeno dei roghi: 98% opera dell’uomo di cui il 54% di natura dolosa. Altro che cambiamento climatico, quindi!

Le pene fra i 10 ed i 15 anni di reclusione non sembrano spaventare i piromani ne’ gli incauti campeggiatori ed agricoltori, convinti di poter “giocare” con il fuoco in una stagione è in cui l’arsura rende il terreno più “fertile” per il propagarsi delle fiamme.

E’ forse necessario inasprire le condanne poiché, oltre a devastare il nostro patrimonio ambientale, la piromania mette a rischio le persone, i loro beni e l’economia di intere zone. Quale turista resterebbe in un’area preda del fuoco o visiterebbe zone, un tempo rigogliose, ed oggi ridotte ad un cumulo di cenere?

 

 

 

 

 

 

(Fonte immagine di sfondo: Vatican News)

 

 

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