Analisi del ballottaggio a Firenze

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Firenze, al solito, non riesce a scrollarsi di dosso la sua etichetta di città in mano al partito. C’erano a giro i dinosauri quando la sinistra si è appropriata di Firenze e non l’ha più lasciata. E anche ieri è andata così.

Firenze, la mia povera Firenze, ha provato a liberarsi dal giogo, ma nuovamente ha fallito. Si è consegnata nelle mani del nuovo sindaco Sara Funaro. E non chiamatela sindaca, per amor di Dio e di italiano. A questo punto, dato che io amo la mia città e ne desidero solo il meglio, auguro a questa ragazza di riuscire a dimostrare di essere una persona competente e non solo un’emanazione politica di un partito che ha fatto di tutto per non perdere la sua roccaforte. Lo spero vivamente.

Un uomo contro un partito

Non sbagliamoci: l’indicazione delle urne, sapendola leggere, è stata ben chiara. Da una parte un civico, un uomo che non appartiene a nessun partito politico, un manager: Eike Schmidt. Dall’altra il Partito Democratico che in maniera totalmente antidemocratica (le primarie le avrebbero introdotte loro) ha schierato una candidata sindaco che è la diretta emanazione della passata amministrazione Nardella.

Leggendo anche i risultati di lista, è evidente come la popolazione fiorentina abbia votato Partito Democratico da una parte e Ekie Schmidt dall’altra. Senza nulla togliere a Funaro, che mi auguro sarà un sindaco bravissimo, il PD avrebbe potuto candidare un cane vestito da Zorro e avrebbe verosimilmente portato a casa lo stesso risultato.

La paura di perdere

Al ballottaggio il vero vincitore (lo diciamo tutte le volte) è stato il terzo schieramento. Quello degli astensionisti. Disastrosamente sopra il 50%. Gente che non mi sbilancio nemmeno a commentare, ma che poi sono buoi a lamentarsi della malagestione della città.

È interessante vedere come la paura di perdere, abbia mobilitato la macchina perfettamente oliata del PD a smuovere anche infermi e morenti, pur di vincere. Ho visto personalmente foto di gente trascinata al seggio con la flebo attaccata al braccio. Onestamente a sinistra sono bravi a fare queste cose. Nonostante tutto, il divario al ballottaggio è stato contenuto. C’è una formula statistica che ci dimostra matematicamente che il 20% di differenza, va diviso per 2, con il risultato del 10%. Che potrebbe sembrare lo stesso del primo turno ma, considerando la differenza di numero di elettori, in termini pratici è un 10% di gran lunga inferiore a quello del primo turno.

Ma io con questi ci devo lavorare

Questa frase è la cosa che mi fa ribollire il sangue ancora di più. Perché se uno ha un’ideologia radicata (ancora con la paura del Fascismo, nel 2024!) c’è poco da fare. Ma quelli che comunque hanno una visione di centrodestra e mi dicono, sai voto PD perché con questi ci lavoro, allora non ti meriti nulla. Ma non ti lamentare nemmeno se ti spaccano la macchina in piazza Vittorio Veneto.

In tanti anni di governo, il PD è riuscito a costruire una rete di centri di potere economico all’interno della città che non è facile da scardinare. Del resto se a Bari, dopo tutti gli scandali che ci sono stati hanno confermato il PD, cosa vuoi che succeda a Firenze?

Una cosa è certa: l’opposizione, da oggi, non sarà leggera come quella dello scorso mandato. Eike è determinato, preparato e ha capito che, col tempo e la fermezza, può conquistare Firenze. Magari fra 5 anni. Forse anche prima, anche se vorrebbe dire che la nostra città è caduta in guai grossi.

Nel frattempo mi vengono in mente alcune frasi di un celebre film di Mel Brooks: Frankenstein Jr.

“Ma questo è un malocchio!” – “E questo no?”

“Potrebbe esser peggio: potrebbe piovere!” (ieri infatti ha piovuto)

“Il destino è quel che è, non c’è scampo più per me!”

 

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