Animal Cafè – Adorabili porcellini, appena usciti da una doccia profumata, vi fanno compagnia con simpatici grugniti e si lasciano prendere in braccio mentre aspettate che vi sia servito un cappuccino. Siete seduti a un tavolo del Mipig Cafè, inaugurato in questi giorni nel centro di Saitama, industriosa città non lontana da Tokyo. È l’ultima caffetteria a tema animale aperta in Giappone. Dopo il caffè gatto, caffè cane, caffè uccello, caffè serpente e dozzine di altri caffè con protagonisti gli animali.
Oltre duemila Anima Cafè
Se ne contano oltre duemila e sembra che sia prossima l’apertura di un Cafè Arca (di Noè, naturalmente). C’è un codice di comportamento sia per i clienti che per i gestori: severi ispettori si infiltrano tra i clienti e raccolgono prove di comportamenti non corretti da punire con pesanti multe. Le infrazioni più frequenti sono tenere “in servizio” un animale più di 6 ore al giorno; rovinare lo stomaco degli “amici” con leccornie portate da casa, baciarli sul muso, stringerli in abbracci focosi.
Il fenomeno degli Animal Bar è diventato materia di analisi sociologiche. Sembra che il dilagante successo sia la dimostrazione del bisogno di tenerezza di un popolo che paga il suo livello di benessere materiale con una gravissima crisi demografica, con il maggior tasso di suicidi al mondo e con un sempre maggior numero di hikikomori, giovani che si rintanano nella propria stanza, uno o più computer accesi, nessun contatto reale con il mondo.
«Amo gli Animal Bar. Accarezzare e sbaciucchiare un cucciolo di pinguino, o dare una grattatina sulla schiena a una capretta, possono in parte compensare la mancanza di affettuosità tra le pareti domestiche dopo una giornata di sfiancante lavoro», ha detto alla televisione giapponese Hiroko, 19 anni, fioraia nella metropolitana di Tokyo.
Silvio Piersanti per “il Venerdì – la Repubblica”