Antifascismo militante 

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Antifascismo militante

L’antifascismo ha trovato varie motivazioni per giustificare il proprio atteggiamento e queste non sono state sempre le stesse nel tempo e valide per ogni tipo di cultura politica.

Prendiamo ad esempio l’antifascismo che fu egemone al tempo della Resistenza, quello comunista di osservanza sovietica

L’antifascismo liberale, invece, si basava su tutt’altre motivazioni ed una diversa logica. Questa storia ebbe inizio al tempo in cui Mussolini venne espulso dal partito socialista di Turati perché interventista. Sappiamo però che, storicamente, interventisti furono, oltre a Mussolini, quasi tutti gli esponenti di rilievo del socialismo italiano ed europeo. Questo anche se in seguito si è voluto parlare unicamente dell’interventismo di Mussolini come una sua prerogativa caratterizzante il personaggio quasi una prerogativa personale.

La storiografia ha volutamente ignorato l’interventismo dei tanti esponenti storici del socialismo interventista, da Gramsci, a Togliatti, Battisti, De Ambris, D’Annunzio, Rosselli, Sauro,Calamandrei, Bissolati, Bonomi, Corridoni,  Nenni e molti altri

Praticamente tutta l’elite intellettuale del socialismo italiano. Furono interventisti i socialisti che poi confluirono nel nascente fascismo sia quelli che animarono l’antifascismo.

Lo scontro coi socialisti fra il 19 e il 22 sembra causato maggiormente dalla volontà di egemonia sul mondo della Sinistra.

Questo è dimostrato dalle due proposte di pacificazione di Mussolini, dato che aveva il progetto esplicito di creare un forte partito di tipo laburista in Italia, abbandonando certo massimalismo marxisma.

Questo perché sembra che Mussolini in un certo periodo storico, dal massimalismo si fosse convertito al riformismo sociale. Il progetto del grande movimento del lavoro non andò in porto per volontà dei socialisti ed anche per la contrarietà di quel fascismo che Gramsci indica come agrario e che asserisce essere in contrasto con lo stesso fascismo urbano in prevalenza milanese di tendenze rivoluzionarie (usa il termine sovversivoide)

Il delitto Matteotti nasce probabilmente in ambienti di certi ras locali, forse in accordo con ambienti che paventavano una grande alleanza laburista. Infatti il delitto matura immediatamente dopo la mano tesa di Mussolini al socialismo, proposta di alleanza, fatta quando era già al governo.

La crisi che ne derivò portò inevitabilmente al totalitarismo. Con molta probabilità non fu solo Mussolini l’artefice della svolta ma forse ci fu un semaforo verde anche in ambienti istituzionali ed economici.

Infatti molti si erano resi conto che se fosse stato travolto il governo Mussolini, non sarebbe caduto il fascismo come oggi molti ripetono ma probabilmente l’Italia intera sarebbe precipitata nel caos anche perché non esistevano alternative perché in quel momento il nostro Paese era indebitato con l’estero in modo quasi fallimentare a causa del conflitto e occorreva un uomo che la traesse dalle secche.

Oggi si direbbe che il Paese era sull‘orlo del default, una grave possibile insolvenza se si fosse accettata l’incapacità tecnica di rispettare le clausole internazionali

Inoltre si sarebbe rischiato il collasso sociale. La Sinistra si dichiarava antifascista perché accusava Mussolini di aver tradito il marxismo e i comunisti avrebbero gradito che il fascismo avesse seguito l’esempio di Lenin e dei bolscevichi.Per i comunisti l’aver riconosciuto la proprietà privata era il peccato mortale del traditore Mussolini, non il totalitarismo che anzi,Gramsci teorizzava in modalità ancor più estreme. Il totalitarismo in quel periodo non era malvisto dalle sinistre e nemmeno dai borghesi che volevano qualcuno che togliesse loro le castagne dal fuoco.

Infatti i comunisti accusavano il fascismo di non essere un vero totalitarismo perché esistevano altri centri di potere. Dopo il 29 Mussolini indirizzo’ in senso più sociale inserendo in modo massiccio la presenza dello Stato nel mondo produttivo

Era nata la terza via che tanto successo ebbe anche nel terzo mondo nel dopoguerra. Ideologicamente il totalitarismo fu abbattuto dal mondo liberale, militarmente nel 45 ed economicamente nel 91 con l’apporto dei post comunisti. Oggi l’antifascismo della Sinistra si basa unicamente sulla condanna del totalitarismo e non sul tradimento del socialismo avendo abbracciato da tempo il liberismo più estremo, quello della globalizzazione.

Fanno finta di ignorare che uno dei fondatori del PCI e fondatore dell’Unita critica il totalitarismo di Mussolini perché imperfetto

Oggi anche la Sinistra estrema e i centri sociali praticano un antifascismo di marca liberale Anche se ingenuamente credono di agire in modo rivoluzionario. La Sinistra non ha ereditato solamente le motivazioni dell’antifascismo dal liberalismo ma ha addirittura mutuato il proprio programma economico adottando quello del liberalismo più estremo che poi altro non è che il programma della UE.

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