Apaticamente alla guerra
Ho la strana percezione che, nell’opinione pubblica occidentale, la maggioranza, non sia poi nettamente contraria ad una eventuale guerra o perlomeno sia talmente apatica sull’argomento che la cosa lascia completamente indifferente una larga fascia di persone.
Il fenomeno dell’accettazione per apatia è completamente trasversale e i possibilisti li troviamo sia a destra che a sinistra
Negli USA il bellicismo prevale tra gli elettori della Harrys, tra gli ex pacifisti. In Europa, invece, li troviamo fra i conservatori, i socialisti, le Sinistre radicali, i popolari, i Verdi, i liberali. Hanno tutti reazioni analoghe agli avventori di una fumeria cinese di oppio.Tutti sappiamo che se venisse eletta la candidata ridens, negli USA, la tensione crescerebbe e gli anonimi signori della guerra continuerebbero ad agire incontrastati. Nessuno ammetterà mai il fatto che potrebbe accettare supinamente un conflitto esteso.
La retorica è sempre la medesima che viene declamata nei concorsi di Miss Italia sulla pace nel mondo. In realtà sia la pace che i diritti dei lavoratori, si sono dimostrati due luoghi comuni e non interessano più quasi a nessuno. Il ragionamento è sempre lo stesso: ” Se vogliono fare una guerra una ragione ci sarà. Poi “loro” sanno che non è veramente pericolosa “.
Quando con quel loro non si capisce a chi ci si riferisca
A questo proposito mi vedo costretto a raccontare un episodio storico per far capire ai più i meccanismi psicologici delle folle. Nel 1940 tutta Europa era in guerra dall’anno precedente. Solo l’Italia era rimasta neutrale e il governo mascherava questa neutralità di fronte alla propria opinione pubblica con una “Non belligeranza” un po’ equivoca.
Il re notoriamente spingeva per la guerra per rafforzare il mito del re soldato
Gli Stati Maggiori dell’esercito la desideravano perché vedevano in una probabile entrata in guerra solo occasioni per eventuali rapide carriere. Spingevano per la guerra soprattutto e prevedibilmente gli industriali che vedevano in un conflitto notevoli guadagni economici. Fin qui tutto prevedibile e nella logica delle cose. Mussolini sembra resistere ostinatamente perché conosceva i limiti degli armamenti dell’Italia e perché aveva altri programmi e priorità come l’E42 e le programmate Olimpiadi, iniziative che la guerra avrebbe certamente vanificato.
Poi, a Palazzo Venezia, ricevette le note dei suoi collaboratori coi sondaggi riguardanti il suo gradimento fra gli italiani
Questo episodio non è tanto noto ma la nota dava la popolarità del duce in crollo verticale a causa della sua neutralità. Sorpresa anche per Mussolini, gli italiani volevano entrare in guerra, con la stessa leggerezza come se si trattasse di mondiali di calcio. Quando, dalle notizie pervenute, Mussolini si convinse che il conflitto fosse quasi concluso, penso’ bene fosse il momento di entrare per partecipare almeno al tavolo della pace. Questo accadde anche col consenso anche di Londra e di Churchill a cui non pareva vero avere un avversario più assennato fra gli eventuali vincitori e soprattutto un uomo con cui da anni intratteneva una fitta corrispondenza che indicava un rispetto reciproco.
Sembravano tutti soddisfatti
Le cose, sappiamo che andarono molto diversamente e Mussolini fu vittima di coloro che per una ragione o per un’altra lo avevano spinto in guerra. Fu vittima del re, dei generali, degli industriali, dello stesso Churchill e soprattutto di quello stesso popolo che nel 1940 voleva la guerra e che credeva fosse una passeggiata. Venuto a sapere del tragico epilogo da macelleria messicana, lo stesso Churchill disse, con tono tra l’amaro e il cinico, che la prossima guerra era necessario vincere per forza vista la fine che fanno gli sconfitti. Ho voluto ricordare tutto questo per mettere in guardia l’odierna opinione pubblica, la quale, come molti anni fa guarda ad un eventuale conflitto bellico con grande superficialità.
Se scoppiasse e fosse disastrosa ci sarebbe sempre un solo capro espiatorio, l’antica figura del Pharmakos si farebbe carico di tutti i peccati della comunità che si sentirebbe mondata dalle sue colpe causate da irresponsabilità
Ci sarebbe un ennesimo Mattarella di turno che porterebbe la solita corona di rito ai caduti della parte vincitrice non importa di quale parte. Poi le autorità morali lancerebbero il monito dicendo una verità scontata e cioè che le guerre sono tutte da condannare. Questo dopo aver cercato, provocato, alimentato, voluto pervicacemente una guerra catastrofica. Ma questo particolare sarebbe nell’interesse di tutti dimenticarlo.
Una volta subita la guerra tutti si convincerebbero che è sempre stata voluta dagli altri, i cattivi che sono sempre gli sconfitti
Però le guerre non sono mai volute da persone con nome e cognome ma sono sempre causate da interessi economici che sovrastano gli individui. La produzione delle armi e gli investimenti per la ricostruzione sono la parte marginale di tali interessi.
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