L’ex poliziotto di Minneapolis che ha ucciso soffocandolo l’afroamericano George Floyd, è stato arrestato. Chauvin deve rispondere di omicidio di terzo grado, o preterintenzionale Rischia fino a 25 anni. La morte di Floyd ha causato proteste in tutti gli Stati Uniti e ha scatenato a Minneapolis una vera e propria rivolta. Tre giorni segnati da saccheggi e incendi, alle fiamme persino un distretto di polizia.
Chauvin è l’agente che e stato ripreso in video mentre tiene a terra Floyd per diversi minuti, bloccandolo con il ginocchio sul collo. La vittima continua a ripetere che non riesce a respirare. Dopo nove lunghissimi minuti con quel maledetto ginocchio piantato nel collo, muore. Licenziato all’indomani della morte del 46enne afroamericano, finora non era stato arrestato né incriminato. Oggi la svolta.
Non è chiaro se saranno arrestati anche gli altri tre agenti presenti al momento dell’incidente. Anch’essi sono stati licenziati.
La vittima e l’ex poliziotto si conoscevano, avendo lavorato per la sicurezza dello stesso night club. Chissà se è stata qualche vecchia ruggine a scatenare l’istinto omicida di chi la legge avrebbe dovuto farla rispettare. Ma l’ex agente non è nuovo alla brutalità, avendo già dovuto rispondere per atti di violenza e razzismo. Quella divisa non avrebbe proprio dovuto indossarla.
La protesta intanto si estende a tutti gli Stati Uniti con arresti, proteste e spari in strada: da Los Angeles, a New York, a Denver. Fino a Louisville, Kentucky, dove ci si è decisi a chiedere giustizia pure per Breonna Taylor, infermiera afroamericana uccisa pochi giorni fa dalla polizia nel suo stesso appartamento dove avevano fatto irruzione per errore.
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