ASKATASUNA, LA LEGITTIMAZIONE DELLA VIOLENZA A TORINO

ASKATASUNA, LA LEGITTIMAZIONE DELLA VIOLENZA A TORINO

Da ormai tantissimi anni, dietro quasi tutte le manifestazioni che sfociano in violenza a Torino, e non solo nel Capoluogo piemontese, è riconoscibile, ed è stata più volte riscontrata, la mano dei sedicenti anarco-insurrezionalisti di Askatasuna, un centro sociale nato dall’occupazione abusiva di una palazzina ottocentesca di proprietà del Comune di Torino.

Una storia nata dall’occupazione del 1996 e costellata da numerosi procedimenti penali che hanno coinvolto sia gli organizzatori che i frequentatori del centro: tra queste si va dalle violenze di piazza agli attentati contro i cantieri del TAV in Val di Susa, fino al 2022 quando, a seguito di approfondite indagini, la Magistratura Torinese trasformò le accuse nei confronti di 16 militanti da associazione sovversiva ad associazione a delinquere

Un Centro Sociale, dunque, noto per essersi sempre contraddistinto per la capacità di organizzare manifestazioni poi più volte sfociate in tumulti, violenze e danneggiamenti della città, dei beni pubblici e della proprietà privata, che l’attuale amministrazione torinese di centrosinistra ha deciso, a Gennaio scorso, di dichiarare “bene comune” della Città.

Una decisione che contrasta in modo evidente con gli interessi della Città stessa e con il concetto di legalità e di rispetto della legge, oltre che con i principi basilari della Democrazia, sconosciuti agli attivisti del centro

Attivisti che, come dimostrano le indagini di Procura e Digos relative alle diverse manifestazioni violente avvenute dal 7 Ottobre del 2023 a sostegno della causa dei terroristi palestinesi, sembrano essere passati ad una nuova strategia della tensione: non solo più la tecnica “hit and run”, cioè colpisci e scappa, ma utilizzano gli studenti più giovani, liceali dei primi anni compresi, “, schierandoli nelle prime file dei cortei, lasciandoli così esposti in qualche modo alle cariche di alleggerimento della polizia.

Infatti, l’unico manifestante denunciato per le violenze della manifestazione di venerdì scorso ha 14 anni ed è stato bloccato mentre i suoi compagni di classe coetanei, dalle prime file del corteo, lanciavano pietre contro le Forze dell’Ordine.

Una manipolazione strumentale a catena: studenti più grandi che manipolano i più giovani ed indifesi, essendo a loro volta manipolati da persone adulte che tirano i fili delle falangi anarchiche della città

Insomma, liceali dei primi anni in prima fila con la Kefiah per attaccare la Polizia e subire la repressione, come scudo di liceali più grandi ed universitari che li fomentano alle spalle, mentre gli strateghi anarchici progettano nuove violenze e vengono riconosciuti come “bene comune” da un’amministrazione di centrosinistra interessata solo al proprio interesse, elettorale o clientelare.

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