Aspettando il Terzo Polo, proprio come Godot
Aspettando il Terzo Polo. Questo potrebbe essere il titolo per la rappresentazione teatrale della politica italiana dei partiti che si proclamano “al centro”.
Il problema fondamentale nella tornata europea del prossimo 8-9 giugno è superare lo sbarramento al 4%.
Molti partiti minori italiani alle prossime elezioni avranno bisogno di ingegno e fantasia
È proprio da una intuizione della Bonino che lo scorso 24 febbraio alla convention di +Europa a Roma è stata partorita la lista “Stati Uniti di Europa”. La Bonino ha chiamato a aderire alla lista varie compagini politiche che da sole non riescono a superare l’asticella del 4%.
Matteo Renzi ha dato immediatamente l’adesione di Italia Viva. Nelle fasi iniziali delle trattative sono stati presenti Clemente Mastella (Noi di Centro) e Totò Cuffaro (Democrazia Cristiana Sicilia). Porte aperte anche a Carlo Calenda, che però ha posto un diniego. Proprio in questi giorni sta lavorando per una nuova lista da presentare assieme al Partito Repubblicano Italiano, ai Repubblicani Europei, ai Socialisti liberali, ai NOS e ad altri gruppi minori. L’ufficializzazione del simbolo è prevista per il prossimo 17 aprile, mentre il 23 aprile all’ECO Teatro a Milano verranno presentati i candidati e il programma.
Se la scelta di Calenda di non aderire alla lista promossa dalla Bonino sia stata dettata dalla presenza del partito di Renzi non è dato sapere
La motivazione ufficiale della mancata adesione è spiegata dal leader di azione come la volontà di proseguire un percorso assieme ai partiti della coalizione anche dopo le elazioni europee e non solo ed esclusivamente per le elezioni europee, come hanno già dichiarato i creatori della lista “Stati Uniti d’Europa”. Qualche dubbio però c’è, vista anche l’appartenenza dei vari partiti a diversi gruppi del Parlamento Europeo. Il partito Repubblicano non fa storicamente parte di Renew Europe- Alde, come invece Azione, ma del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei.
E pure i socialisti liberali fanno parte del gruppo S&D, diversi sia da Azione che dal PRI.
Se intendono integrarsi, a quale gruppo parlamentare europeo si aggregheranno?
Il leader di Azione, a sua volta, getta il “guanto di sfida”, lasciando la possibilità a sua volta la possibilità di un “ripensamento” alla lista della Bonino/Renzi. Una forma neanche tanto velata di “ripicca” politica che porta ad una riflessione.
Si assiste infatti a una continua ricerca di unità centrista senza peraltro mai vedere la volontà di crearla. Veti incrociati, seppur con programma nella carta identici, non consentono di trovare un’unità di intenti. E la sensazione che si prova è che vi sia ancora molto lavoro affinché una strada comune possa essere trovata.
È evidente che ragioni meramente personalistiche fanno da sfondo alle soluzioni escludenti, che è esattamente il contrario di quello che gli elettori vogliono
La sensazione, quindi, è che ciascuna lista ricerca coalizioni di piccoli frammenti partitici al solo scopo di raggiungere la soglia di sbarramento per entrare nel Parlamento Europeo. I progetti politici dei soggetti protagonisti, perlopiù fermatisi, quando va bene, poco al di sotto del 4%, li costringono a trovarsi collocazioni forzate a cui probabilmente pure loro non credono più di tento.
È soprattutto una lotta per la sopravvivenza, non un serio progetto politico
Eppure, nel variegato arcipelago centrista, ancora oggi si preferisce partecipare alle elezioni con liste separate. Più che lle “masse sterminate di centristi” – come molti definiscono, non senza ampi dubbi in proposito, gli elettori del Centro – si guarda alle piccole “zolle”, nemmeno ben collegate fra di loro.
“Stati Uniti d’Europa” si riunirà ben presto per creare la propria lista e il proprio programma. Come il suo clone di Calenda, non tutti i partiti della lista attualmente fanno parte di Renew Europa. Volt Europa e PSI sono iscritti in gruppi politici diversi al Parlamento europeo, rispettivamente ad Alleanza libera europea e al Gruppo socialista.
Anche in questo caso si rileva quindi una certa stonatura nella formazione delle liste. Con una differenza rispetto agli “altri”.
Sia la Bonino che Renzi hanno dichiarato la loro coalizione esclusivamente elettorale e non politica.
Le bocce non sono ferme
Il rischio di defezioni, che non dovrebbero riguardare Italia Viva e Più Europa da una parte e Azione dall’altra, sono sempre possibili e potrebbero modificare anche l’assetto in chiave europea dei partiti centristi.
Un guazzabuglio “centrista”, insomma, alle prossime elezioni europee. Vedremo la sera del 9 giugno chi avrà ragione. Ragione anche di esistere.
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