Assoluzione per il migrante che si era masturbato con la massima naturalezza su una corriera che porta da Trento a Canazei. La denuncia era partita da un video girato sul pullman, immagini “dure” che avevano ovviamente suscitato l’indignazione di molte persone. L’esito del processo al migrante masturbante lascia piuttosto perplessi.
In realtà, il manipolatore fallico in oggetto, una condanna in primo grado se l’era beccata, poi però è giunto il fatale appello, ed è stato assolto. Gli atti osceni, infatti, sono stati depenalizzati.
Il migrante, pur non essendo un teorico del diritto, faceva volare in libertà l’uccello sui picchi delle Dolomiti. Di domenica. Beh quindi, direte voi, la domenica ci si può masturbare allegramente in pubblico? Più o meno sì. A patto che non siano presenti dei bambini. Nel caso di armeggio in cospetto di infante, scatta l’aggravante.
Lo pubblicità all’uccello migratore torna quindi ad essere una questione penale. In fatto e in diritto. Diciamo.
Tornando al processo, la difesa ha sostenuto che il migrante non stava compiendo tale atto per motivi esibizionistici, ma per ragioni di ordine psicologico, cercando di non farsi notare. Una sega riservata, insomma.
Quindi nessun problema nei confronti di coloro che erano presenti. Assoluzione.
Chi, del resto, non vorrebbe viaggiare in compagnia di un tizio che smanetta di gusto, perché sente che il momento è giusto.
La responsabilità per aver fatto uscire l’uccello dalla gabbia nell’appello trentino, non è dei giudici, che si sono limitati ad applicare la legge. Dura lex sed lex.