Governo – È vero, viviamo in un mondo totalmente digitalizzato che le istituzioni, se volessero, saprebbero tutto di noi. In tempo reale. In realtà sanno già molto, perché siamo noi stessi a raccontare gli affari nostri.
Le autorità, per avere la possibilità di controllare le nostre spese, le nostre vite, devono però avere dei fondati motivi. Ci sono iter lunghissimi e farraginosi. In certi casi devono anche passare attraverso le procure della Repubblica.
E poi ci sono i malati di social. Quelli che ogni passo che fanno lo devono dire a tutto il mondo. FaceBook, Instagram e tutti gli altri social media. E poi le tessere fedeltà dei supermercati, dei grandi magazzini. Per non parlare dei nostri smartphone, sempre e costantemente connessi a un gps.
Sì, siamo noi a raccontare a tutti gli affari nostri. E ne siamo anche fieri.
Immuni, Io, cashback
Avanti, aggiungiamo altre “app” al nostro bagaglio di spioni digitali. Diamo all’Agenzia delle Entrate un bel via libera a frugarci nei conti corrente, a vedere quanto spendiamo e come lo spendiamo. Diamo una chiave per aprire la nostra cassaforte.
I più attenti mi diranno, giustamente, che la legge vieta in maniera perentoria la consultazione della banca dati dell’applicazione Io (quella del cashback, per intendersi). Ma è anche vero che, vedendo come i nostri governanti fanno subdolamente passare alcune leggi, ci vuole ben poco a mettere un articolo più “elastico” nella prossima legge di bilancio. Una sorta di Cavallo di Troia. Non lo avessero mai fatto..
Insomma, ci stanno portando all’autodenuncia. C’è da dire che sono veramente scaltri. Ti danno la corda per impiccarti e tu ci metti anche lo sgabello.
A me, onestamente, questo regime di polizia tributaria un po’ spaventa. Ma noi siamo tutti contenti: lotterie degli scontrini e cashback ci metteranno davanti al Governo. Di schiena, coi calzoni calati e ben piegati in avanti.
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