“Djokovic, il Robot, è un personaggio. Magari non sempre simpatico, ma devo dire per la sua immagine pubblica è anche uno alla mano che sa stare allo scherzo, è uno che da fondo è praticamente imbattibile. Solo sulla terra ha qualche deficit. E forse qualche limite anche sull’erba dove i giocatori serve and volley possono pure buttarti fuori con un gioco sfavillante. Ma Djokovic, un fondista, ha una caratteristica che lo fa diventare un campione da Slam: è un vincente. E con gli altri due fenomeni ha 18 Slam e questo anno se non avrà infortuni dopo il record di settimane in testa alla classifica ATP ed il record degli ATP 1000, potrà tentare di fare il Grande Slam, mai riuscito nel tennis moderno a nessuno.” Un anno fa scrivevo per AdHoc queste righe
Ci è andato vicino. 3 Slam fatti, ma alla fine negli Stati Uniti è stato battuto agli USOpen dal russo Danil Medvedev.
E ora? Chi sarà l’avversario più temibile per Nole Djokovic quest’anno agli Australian Open?
Io credo che abbia un nome e forse un cognome: si chiama COVID, numero 19. E di cognome fa Burocrazia.
Ha perso prima di scendere in campo
Vi spiego perché Nole ha già perso senza scendere in campo questa partita ancora prima di cominciare.
Nole, non vaccinato contro il Covid, è un campione, il numero 1 attuale del ranking mondiale. Un personaggio amato da molti ma non da tutti, come tanti campioni. Tipo l’irriverente Diego Armando Maradona, o altri. Ecco uno che ha dei record sul campo che per batterli questi attuali tennisti che stanno nei primi dieci non ce la faranno mai, mister Nole una cosa ha sbagliato: il numero 1 dà l’esempio. E quindi a perso.
Cari lettori molto dipende anche da che punto di vista si guarda questo sport. Ma soprattutto da che punto si guarda il Covid rispetto a questo sport.
Facciamo un’analisi
A quanti metri di distanza giochiamo quando scendiamo sul campo? Vi ricordate quando il governo Conte impedì la pratica di tutti gli sport e noi tennisti rimanemmo perplessi? Certo sotto il pallone il contagio può verificarsi, ma all’aperto? Distanziati a 30 metri? Non credo. La doccia poi si fa a casa. Se non ci si dà la mano al termine della partita, pace, il fairplay rimane. Il tennis domina.
Ebbene, in Australia dove non è possibile sbarcare una mela, ci sono delle regole precise e da rispettare, alle quali neanche un numero 1 può sottrarsi. Pare dunque che neanche Djokovic possa sottrarsi ad un obbligo vaccinale previsto in Australia. Al che sono mesi che se ne parla di questa partecipazione e la Federazione Australiana ha concesso un pass straordinario al Nole, per giocare, come non vaccinato.
D’altronde il rischio contagio è minimo, o pari a zero. Contatto fisico non c’è. Magari è antipatico, ma certo sarà improbabile che contagi o venga contagiato. Ma la Federazione Tennis Australiana non è l’inflessibile governo australiano dove per legge per entrare in Australia devi essere almeno vaccinato. E poi non avere mele al seguito o altro che possa alterare la vita australiana. Regole che peraltro condivido pure.
La difesa delle frontiere
Difendere le frontiere non è solamente proteggere la popolazione autoctona da malattie o contagi ma salvaguardare anche fauna e flora autoctona. Tipo i gamberetti cinesi o i pesci siluro nei nostri fiumi ed addio carpe toscane… vabbè dai si butta in caciara.
Ma l’Australia che protegge confini continentali deve dunque avere maglie strettissime per tutelare un territorio e la sua specificità così particolare. Tipo proteggere tutti gli animali più micidiali al mondo come serpenti, coccodrilli, ragni, squali e così via. Nei primi dieci animali più pericolosi al mondo 5 o 6 stanno in Australia. Ma non ci sono solo questi animali in questo spettacolare continente.
Quindi la burocrazia pretende il vaccino per entrare, ma per giocare in fin dei conti non ce n’è di bisogno. Lo sappiamo bene noi tennisti.
Djokovic e la prescrizione medica
I medici italiani non hanno come obbligo quello della prescrizione vaccinale, ma solo prescrivere la sua esenzione. Nole ha fatto presente pare, e qui siamo ancora sulle informazioni parziali che si hanno sul caso, che in Australia occorre la prescrizione del medico per vaccinarsi. E lui non ha trovato un medico che lo faccia. Perché vaccinarsi per il numero 1 potrebbe comportare un rischio malattia da vaccinazione che avrebbe un valore inestimabile e dunque non c’è medico che vuole rischiare una causa da risarcimento danni. Tipo prendere una miocardite da Vaccino. Così come in Serbia.
A questo punto, dato che si gioca a Tennis in Australia, Djokovic è isolato in un albergo. Le regole australiane sono chiare e note da tempo, e la burocrazia del Covid necessaria per la salvaguardia di equilibri sanitari locali batte Nole Djokovic 60 60 60.
Ma Nole come in un incontro di tennis vero, fa sudare le sette camice al signor Covid. Perché è difficilissimo batterlo. E fa ricorso. Vuole giocare a tennis veramente. Vedremo come finirà.
Impossibile batterlo sul campo
Ritorno adesso al tennis. Battere Nole Djokovic che io chiamo il robot è impossibile, anche se ogni tanto perde. Non è certo con le malattie o la burocrazia che molti di noi vorremmo che perdesse un incontro. Ma sul campo. Magari da uno dei nostri italiani.
Nel 2021 su due set a zero a Parigi contro Musetti pensavo ad una sconfitta epica. Ma purtroppo dopo un passaggio al bagno alla fine di quel magnifico secondo set, Nole ha rifilato una serie di colpi vincenti al nostro Musetti ed ha vinto in 5 set 3 set a 2. Ma perché va al bagno alla fine di ogni secondo set? A fare che cosa? Lo fa sempre. Cosa fa? Prende, assume qualche pozione magica di nascosto?
Sì Nole è antipatico a tutti noi che adoriamo lo stile del tennis di Roger Federer e della sua rivalità con il campione spagnolo Rafa Nadal. Stanno tutti e tre a 20 Slam vinti in venti anni di carriera (almeno per Roger Federer).
Sì Nole è antipatico perché non fa mai niente per essere simpatico. Da numero 1 poi dovrebbe dare esempio ai più giovani, anche nelle conferenze stampa, dove a volte travalica. Tipo quando a proposito del match contro Musetti, disse che era andato in bagno per cambiarsi le mutande. Ma come si fa! ma poi con una arroganza. Un po’ poco signore. Un po’ poco esempio.
Non eccelle in niente, ma è il numero 1
Nole però con il suo non eccellere in niente, non in una volée, in un rovescio, in un dritto, in un servizio, ma mediamente colpendo sempre meglio di tutti come posizione sul campo è il numero 1. E lo devi battere.
Il Covid non si batte se non con il vaccino o evitando il contagio. In Australia ci sono delle regole e Nole farebbe bene a rispettarle. Il tennis viene dopo le regole che un paese sovrano si autodetermina. Forse eccessive per chi gioca a tennis. Ma se un Paese ha delle regole bisogna rispettarle.
Poi adesso di quale Covid stiamo parlando? La versione Alfa? La versione Omicron? Su tutte queste versioni qui in Italia, per come l’informazione ci propone analisi e approfondimento, difficile che l’uomo comune capisca bene cosa fare per rispettare la burocrazia a supporto della guerra contro il Covid. E son passati due anni.
Entrano in gioco dei BIAS cognitivi che generano comportamenti automatici, senza l’opportuna riflessione. La mente pensando veloce, ci propone comportamenti acquisiti e conosciuti per risolvere le diverse situazioni a cui la vita ci sottopone. Non solo. Ci fermiamo a pensare solamente se qualcuno/qualcosa ci obbliga a farlo.
Comportamenti abitudinari
Nel primo caso mettiamo la mascherina perché la mettono tutti. La pigrizia poi non ce la fa cambiare. E per giorni la portiamo. Guardiamo la mascherina dopo giorni e sembra nuova, ma non lo è. Così come il lavarsi le mani o disinfettarle. La nostra mente non vede il virus sulle mani, dunque sono pulite, quindi perché lavarle più volte al giorno? Per la versione Alfa erano comportamenti determinanti, mentre per la Omicron no, ma… ma solo se sei vaccinato. Perché altrimenti ridiventano determinati per i non vaccinati. E quindi bisognerebbe riflettere e non solo agire. O farsi guidare da quello che è chiamato istinto. Istinto che va bene per fare un colpo a tennis. Va sempre bene.
Ma se dobbiamo fare un bonifico di 100 euro ragioniamo e siamo riflessivi. Il denaro ci fa pensare quando dobbiamo spendere. Ma un comportamento banale come indossare una mascherina che dobbiamo cambiare ogni giorno, questo no. La reindossiamo senza pensarci. Mica siamo medici noi. Mica ci contagiamo noi. Perché cambiarla. O lavarsi le mani. Perché?
Errori di eccesso di confidenza
Gli errori di questi BIAS cognitivi sono errori di eccesso di confidenza. Quelli che ci fanno sentire fenomeni di intelligenza che sono in grado di scansare il Covid o sentirsi superiori agli altri, perché siamo noi. Noi meglio di tutti gli altri. Eccesso di confidenza nel potere dei propri mezzi. Un errore. Ed anche molto pericoloso.
Non è quindi la burocrazia da sola, che con una serie di paletti ci obbliga ad affrontare il Covid con degli obblighi e dei doveri verso gli altri, ma è la nostra testa che deve riflettere ed evitare eccessi di confidenza che ci portano ai contagi cercando di riflettere su cosa facciamo quotidianamente, e poi agire.
A 30 metri di distanza… un po’ di confidenza… a giocare a tennis ci si può permettere. Ma sull’autobus no.
Un caro saluto e buon tennis a tutti voi.
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