Omissione di soccorso con cinghiale in umido. Potrebbe essere una nuova fattispecie giuridica da valutare. Questa, la stori. Siamo a Chieri, nel torinese. Una famiglia sta rientrando a casa. In auto marito, moglie, il figlioletto di 3 anni e il cane. Tutto normale, fino a quando non sbuca un cinghiale. Sulla statale che va verso Riva, accade sovente. Il papà non riesce ad evitare l’uro, lo schianto e forte.
Un uomo si è fermato sul luogo in cui pochi minuti prima l’auto aveva investito l’animale. La famiglia pensa che voglia prestar loro soccorso. Pensano male, loro. Il “signore” in questione della famiglia incidentata se ne sbatte altamente, un bel cinghiale in umido, magari annaffiato da un rosso corposo, non è una cattiva idea, invece.
Affare fatto: cinghiale ancora caldo caricato in macchina e buona notte suonatori. Per la sfortunata famiglia non c’è altro che l’indifferenza. Va tanto di modo, ahinoi, oggigiorno.
A raccontare l’accaduto è Federica, protagonista di quanto accaduto, con un post su Facebook. “Giovedì sera verso le 22.30 – ha scritto – abbiamo preso in pieno un cinghiale. In auto eravamo io, mio compagno, bimbo di tre anni e cane. Nessuno si è fatto nulla. Volvo distrutta e 8 airbag scoppiati. Fate attenzione perché pare succeda spesso da quelle parti.”
Restiamo umani, direbbe il cinghiale.
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