Avellino – Una storia molto triste quella di quattro fratellini di Ariano Irpino, nella provincia di Avellino. Adesso sono in una struttura protetta. I genitori, invece, si disperano, li vorrebbero di nuovo con loro. «Abbiamo sbagliato, lo abbiamo capito. Ma non siamo dei mostri. Ridateci i nostri bambini» è l’appello del padre.
Una casa a pochi passi dal centro, eppure invisibile a tutti. Una vicenda venuta alla luce soltanto perché l’odore nauseabondo che si è propagato da quel tugurio ha offeso l’olfatto di un vicino. Stufo, ha chiamato le forze dell’ordine. Nessuno apre. Fanno irruzione. Lo scenario che si trovano di fronte è orribile. I fratellini, con un’età compresa tra i 4 e i 12 anni, sul letto matrimoniale.
Un metro di immondizia
Immobili, muti, impauriti. Quasi invisibili tra i cumuli di spazzatura a invadere il letto. È così che trascorrevano le loro giornate. Forse il solo modo di vivere da loro conosciuto, circondati da cumuli di spazzatura che in alcuni punti della casa raggiungeva il metro di altezza. Cibo avariato. Piatti di pasta putrefatta risalente a più un anno fa. Un bagno impraticabile.
Una situazione disumana. «È un po’ sporco, adesso pulisco», le parole della giovane mamma ai vigili. Certo, come no. Gli agenti hanno quindi prelevato i bambini e li hanno trasferiti in una struttura protetta nella provincia di Avellino.
Bimbi ritrovati nell'immondizia ad Ariano, la testimonianza dei vicini.
Bimbi ritrovati nell'immondizia ad Ariano, la testimonianza dei vicini."Non vedevamo quei bambini da giorni,un odore nauseabondo proveniva dall'appartamento, abbiamo chiamato i vigili e li abbiamo salvati" Le interviste in esclusiva di Enzo Costanza#CiVuoleCostanza
Posted by Irpinianews.it on Friday, June 12, 2020
Sui corpi, per fortuna, non sono stati trovati segni di violenza fisica. Da quando la scuola è rimasta chiusa a causa del coronavirus, nessuno li ha più visti o sentiti, nonostante avessero continuato a seguire le lezioni con la didattica a distanza, grazie ai tablet messi a disposizione dalla scuola, «finché non sono finiti i giga».
I genitori minimizzano. Si parla di svogliatezza nel pulire la casa. Il padre, disperato, dice: «Ora ci stiamo impegnando ad avere una vita normale come l’abbiamo avuta in passato».
E aggiunge «abbiamo ripulito e sistemato casa, i bambini ci vogliono bene e noi vogliamo riabbracciarli presto».
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