In questi ultimi minuti sta andando in scena una commedia grottesca dove attore non protagonista è l’ex ministro degli interni Matteo Salvini e attrice protagonista l’attuale ministro dell’istruzione (badate bene: istruzione) Lucia Azzolina.
Per prima cosa ci sarebbe da sottolineare che in teoria, il ministro dell’istruzione dovrebbe essere almeno istruito. Non su tutto, ma almeno prima di parlare o peggio scrivere, dovrebbe almeno informarsi. Ma qui in Italia di ministri competenti del loro ministero (a maggior conferma in questo governo) non ne abbiamo traccia.
La cronaca vuole che Salvini pubblichi un tweet in cui si dice (a mio avviso giustamente) NO alle barriere di plexiglas a scuola.
La Azzolina invece che pensare a fare il suo lavoro al meglio, dopo la figuretta del “riempire l’imbuto, colleziona una figuraccia bacchettando Salvini sulla scrittura della parola plexiglas. Dopo Toninelli, un altro ministro che si ricopre di ridicolo, ci mancava.
E il controtweet della piccata ministro arriva come un fulmine a squarciare l’aria. Una bacchettata sulle mani allo studente somaro quando la somara è invece la maestra. “E non sai neanche come si scrive plexiglass”. Kaboom!
La Azzolina evidentemente non sapeva che la parola plexiglas è un nome commerciale registrato della sostanza polimetilmetacrilato della ditta Röhm e, come tale, si scrive come lo hanno registrato. Non secondo i capricci di un ministro. Oltretutto di un’ignoranza importante.
Cara il mio ministro, mi dispiace tanto che tu abbia perso l’ennesima occasione per stare zitta. Spesso è meglio tacere e dare l’impressione di essere stupidi, che aprire bocca e levare qualsiasi dubbio. Anche se questo, sicuramente, non è il suo caso.
O per lo meno, informati da qualcuno che conosce le cose. Senza presunzione. Grazie.
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