La violenza sulle donne. Verrebbe da dire che ad essere esasperanti si rischia grosso!
Hanno fatto scalpore le parole di Barbara Palombelli, giornalista nota per essere la moglie di Francesco Rutelli, già sindaco di Roma. Parlando degli uomini che commettono il reato di femminicidio, durante una nota trasmissione televisiva che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo!) occuparsi di giustizia, sceneggiando casi giudiziari, si domanda: “Questi uomini erano completamente fuori di testa oppure c’è stato un comportamento esasperante anche da parte delle donne?”
Una frase scioccante ed assurda, ritrattata il giorno dopo da chi l’ha pronunciata, adducendo che la stessa frase è stata, in maniera inappropriata, estrapolata da un contesto più ampio.
Ben vengano la ritrattazione, le scuse ed il dichiararsi “da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne” da parte della Palombelli. Ma resta il fatto che certe parole sono state dette ed a questo punto possono essere valido motivo per qualche riflessione.
Non ci sono scuse
Esiste un alibi, una scusa, un qualche motivo valido per cui un uomo ha una qualche “attenuante” se commette violenza, di ogni tipo, contro una donna, una moglie, una compagna?
La risposta è No. Non ne esiste nessuna. Puoi avere accanto la donna più “esasperante” del mondo, che cento, mille volte al giorno ti ricorda di abbassare la tavoletta del wc. Ma non sarà mai un motivo valido per picchiarla, denigrarla, violentarla. Ucciderla.
È un po’ come dire che la vittima di una violenza sessuale “se l’è cercata” perché indossava una minigonna. Il commento che forse non tutti dicono apertamente ma che in molti, in cuor loro, pensano!
E come non ricordare che la Corte di Cassazione, con una sentenza penale di qualche anno fa, ebbe a dichiarare che la presunta vittima di violenza sessuale era consenziente in quanto indossava i jeans. È impossibile sfilare i pantaloni attillati di una persona senza la collaborazione della stessa!
Alla fine, come si vede, la povera Palombelli è in buona compagnia quanto a frasi assurde e amplificate dall’esser state pronunciate nell’aula giudiziaria (!) televisiva.
Ecco: siamo di fronte ad un’emergenza, come quella di sette femminicidi in sette giorni. 83 dall’inizio dell’anno. Di fronte alle vittime ed ai loro parenti, che hanno bisogno di rispetto e sostegno e non di giudizi morali. Proviamo ad andare oltre certi facili e banali cliché.
Noi donne siamo, come diceva una bella canzone, “dolcemente complicate” è vero; ma per quanto questa complicazione si concretizzi in atteggiamenti esasperanti, aggressivi o in tutti gli altri difetti che volete, niente e nessuno, e per alcun motivo al mondo, potrà arrogarsi il diritto di farci del male in alcun modo.
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