Barberino di Mugello, ma prima un po’ di storia. Il 27 novembre del 1947 Il ministro Mario Scelba estromise dalla Prefettura di Milano Ettore Troilo, ultimo Comandante partigiano con incarico di Prefetto. La rimozione di Troilo provocò un dura reazione tra gli ex partigiani comunisti di allora. Vi riconoscevano un’offesa alla resistenza. Fu organizzato un grande corteo al culmine del quale fu occupata la Prefettura di Milano. (Più o meno come i trumpisti di oggi a Capitol Hill, altro che Castellino con la CGIL). Giancarlo Pajetta, artefice dell’operazione, telefonò subito a Togliatti. Orgogliosamente annunciò al “Migliore”: ”Abbiamo occupato la Prefettura di Milano”. Palmiro Togliatti beffardo gli rispose: ”Bravi e adesso che ve ne fate…” La chiamavano doppia morale. Al popolo si inneggiava alla rivoluzione. Al vertice si facevano compromessi.
All’indomani del terremoto del 2019 la macchina della solidarietà, molto lodevolmente, si è messa in moto. Associazioni e privati con raccolte fondi e donazioni hanno messo insieme un tesoretto di circa ottantamila Euro. Fondi da utilizzare per alleviare le conseguenze economiche del terremoto a Barberino di Mugello. “Bravi e adesso che ci fate…” I soldi sono ancora li.
Le due situazioni
Facciamo un parallelo tra le due situazioni. Nessuna operazione, anche meritoria e trasparente come questa va avviata senza conoscerne l’obbiettivo. Questo vogliamo dire. In maniera semplice, bisogna sapere prima in che modo impiegare le risorse. Occorre individuare subito un soggetto in grado di assumersi la responsabilità del progetto. La perfezione è nemica del fare, tanto qualcuno comunque di sicuro sarà scontento.
In questo caso la Pro Loco di Barberino ha fatto da collettore dei fondi ma non ha voluto la responsabilità di spenderli. E qui va la critica più forte. Poi è stato coinvolto il Sindaco che per paura, non infondata, di polemiche sterili ha creato una commissione di “garanti” con tutte le forze politiche locali. Alla commissione sono stati aggiunti i vertici delle associazioni assistenziali. E poi sono stati cercati anche dei tecnici. Morale, dal giugno del 2020 solo per riunire tutta la commissione, ci vuole un calendario e senza risultato.
Non mettiamo assolutamente in dubbio la buona volontà, la rettitudine, la trasparenza di tutti gli attori in campo. Qui emerge ancora una volta la qualità dei progressisti italici, caratteristica nei nostri amministratori locali. Meglio non decidere, che alla fine diventa meglio non fare. In questo modo si scontentano tutti. Chi ha bisogno non vede sollievo ai suoi problemi. Chi ha donato vede la beffa ai propri buoni propositi. Tutti hanno qualcosa da recriminare per il nulla fatto.
Non è questa l’amministrazione che vogliamo.