Italia – Galles. Va in scena la solita ipocrisia dell’inginocchiarsi. Il feroce razzismo del controrazzismo è di nuovo in onda su Rai1. Onestamente non ne possiamo più. È una buffonata bella e buona. Vorrei sapere quanti di quelli che poggiano il ginocchio per terra lo fanno perché ci credono veramente. O perché se non lo facessero, sarebbero additati per razzisti.
Due palle enormi. E non mi riferisco a quelle da calcio. Ma a quelle della gente che usa il cervello e che non ne può più di questa stucchevole e melassosa ipocrisia.
Donnarumma, Bonucci, Bastoni, Jorginho, Verratti e Chiesa. 6 giocatori, ma prima ancora 6 uomini. Di questi me ne stanno odiosi (a pelle) 3, ma ci passo sopra. Perché mentre tutti abbassavano la testa sul ceppo dell’inquisizione irrazionalmente razzista, loro non ci sono stati. Non hanno esposto il collo alla scure del boia della scarsa inquisizione politically correct. Sono rimasti ben piantati. Con la fronte alta di chi non teme niente.
E poi, vorrei sapere perché per quel campionario di reati di Floyd in Italia si inginocchiano, ma per la povera Saman Abbas nessuno si prende il disturbo. O per le restrizioni in Turchia. O per le ritorsioni contro la libertà della Cina su Hong Kong.
Niente di tutto questo. Il razzismo è buono solo se fatto da un bianco. Se viene fatto da altri non è razzismo. Non è niente. Forse nemmeno esiste.
Grazie ai nostri 6 uomini verticali. Grazie alla nazionale ungherese che non si piega. Ma soprattutto, grazie a chi, nonostante tutto il lavaggio del cervello mediatico, continua ad usare la propria testa.
P.S. Marchisio si è risentito per i 6 cavalieri: “C’è libertà di scelta, ma questa è una protesta molto importante e avrei preferito che si inginocchiassero tutti”. Che vada a spalare un po’ di bitume bollente in autostrada, almeno si schiarisce la testa sulle priorità della vita.
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