Bella Ciao? Meglio fischia il vento! Non era pensabile che, come in ogni tornata elettorale, non si tornasse a Bella Ciao. Ormai in Italia, il senso del limite si è smarrito da molto tempo.
Fuori dal mondo
Non si parla di rincari energetici, di aziende che rischiano di fermare la produzione, di famiglie che non avranno la possibilità di arrivare alla fine del mese, di scuole che avranno difficoltà a pagare il riscaldamento. Si deve ridurre il dibattito a fascismo ed antifascismo.
Il dibattito di per sé sarebbe già poco interessante, poiché il fascismo non esiste più. Però con la scusa che il fascismo potrebbe sempre tornare, alla quale credono in ben pochi, motivo della deludente mobilitazione in questa fase delle masse; si è creata una rendita.
Però se il fascismo non esiste ed è finito, dovrà finire anche il tempo di chi vive solo con la paura del ritorno del fascismo. Innanzitutto perché è ridicolo solo pensare che possa tornare, come un’Italia nella Nato, nella comunità Europea, una magistratura indipendente, ed un uomo di garanzia al Quirinale. Ma anche e soprattutto perché diventa infima la proposta politica di chi vive solo di demonizzazione dell’avversario. Non si danno le risposte concrete, che in un momento di sofferenza sociale le persone ricercano. E questo allontana veramente le persone dalla politica.
Mentre la gente guarda con il terrore ad un inverno arido, dal punto di vista economico e per una società in gravi difficoltà, sembra di vedere i marziani in televisione che parlano del 1944-45.
Un bene per la democrazia
Mi è recentemente capitato di sentire una donna di sinistra,dire che voterà per Giorgia Meloni. E lo farà perché, mandandola a Palazzo Chigi, e rendendo palese a tutti quanti che non esiste alcun pericolo per la democrazia, si augura la rinascita della sinistra. Perché a suo avviso così la finiranno con la demagogia e si concentreranno sui problemi reali delle persone per fare dei programmi migliori.
Un simile atteggiamento evidenzia il senso di smarrimento, che porta l’assenza di proposte concrete anche in chi guarda ad un’area elettorale. Paradossalmente il senso di frustrazione di un’intera democrazia. Qui addirittura si continua a dire che non si deve votare in base ai programmi, ma sempre ,solo ed esclusivamente contro gli altri. Se nei momenti di benessere la gente si adegua, nei momenti in cui servono risposte le persone si ribellano.
La canzone giusta
Visto che si vuole sempre evocare, il clima di un paese lacerato da una guerra civile, allora forse Bella Ciao, non è la canzone più appropriata. Sicuramente evoca quel periodo storico, ma ce ne sono di più che drammatiche.
“Fischia il vento e infuria la bufera,
scarpe rotte e pur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell’avvenir.
A conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell’avvenir“; ad esempio queste parole.
Danno quel senso di precarietà, di timore, di fierezza in una lotta atroce. Rendono l’idea di cosa significasse vivere quelle fasi storiche.
“Se ci coglie la crudele morte,
dura vendetta verrà dal partigian;
ormai sicura è già la dura sorte
del fascista vile e traditor“.
Risultati
Versi simili portano a pensare all’Ucraina di oggi, più che all’Italia di oggi. Ma nella mentalità di certa sinistra, aiutano anche legittimare una battaglia contro qualcuno. Cantandoli oggi, rivolgendosi all’avversario politico come se fosse il nemico e non un italiano, cittadino della stessa Repubblica. Trattando una competizione elettorale democratica, con lo spirito di una guerra per la libertà.
Possono però tali parole rappresentare anche un pericolo rischio di effetto boomerang. Infatti molte persone potrebbero, trovare quasi irrispettoso paragonare i due contesti. Inappropriato, se non indegno. Ed a conti fatti recarsi alle urne ,con una gran brutta opinione che ci propone tali letture della politica corrente.
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