Ben 13 sono i colpi messi a segno da Fleximan nel padovano

giungla

Ben 13 sono i colpi messi a segno da Fleximan nel padovano. 13 autovelox danneggiati, divelti e segati probabilmente con flessibile, come gesto di protesta estrema contro lo strumento di rilevazione della velocità e vero e proprio incubo degli automobilisti.

Non è una bravata, non è (solo) il gesto di qualche sconsiderato, ma una vera e propria contestazione che sta riscuotendo un prevedibile successo fra i cittadini che – a torto o a ragione – si sentono vessati da regole che paiono esistere più per rimpinguare le tasche dei Comuni che non per una reale esigenza di sicurezza.

Recentemente, uno noto street artist del vicentino ha addirittura esaltato Fleximan con un murales che lo ritrae nelle sensuali forme di Uma Thurman nel epico film Kill Bill

Katana in una mano e autovelox nell’altra, Uma campeggia quasi a dire “Fleximan sta arrivando”!

Un brand di successo indubbiamente, dietro cui si nasconde una o più persone che si autoerge (autoergono) a vendicatore/i dell’automobilista tartassato attorno al quale si è sviluppata una ampia rete di consenso che preoccupa non poco le autorità. Il Procuratore capo di Treviso arriva addirittura a parlare di “apologia di reato” per i fan di Fleximan.

Certamente, sarebbe assai arduo portare a processo tutti coloro i quali in qualche modo hanno manifestato approvazione per la crociata anti-municipale del vendicatore, ma a stretto rigore il Procuratore ha perfettamente ragione.

Ciò che Fleximan sta compiendo è senz’altro un reato – danneggiamento aggravato ad esempio – e se e quando verrà catturato, verrà incriminato e processato. Insomma, rischia grosso! Ma ciò non sembra preoccupare questo novello “Guy Fawkes (degli automobilisti)” che seppur non incendierà il parlamento britannico, sicuramente danno ne sta facendo non poco.

Insomma, F per Fleximan prende il posto di V per Vendetta nell’immaginario collettivo.

Ciò, proprio perché non annoverabile solo nell’ambito della provocazione penalmente rilevante, deve far riflettere e molto politici e amministratori, come giustamente ha sottolineato il Sindaco di Villa del Conte (teatro dell’ultima impresa di Fleximan), Antonella Argenti.

Oltre alla doverosa condanna per l’atto vandalico e per il sistema “giustizia fai da te” che traspare come metodo di vendetta privata e collettiva contro la pubblica amministrazione, una riflessione sulla sicurezza stradale, e sulla reale utilità ed esosità degli strumenti messi in campo si rende necessaria.

Siamo sicuri che cospargere il territorio di questi micidiali macchinari sempre più tecnologicamente raffinati (e al contempo, paradossalmente, incerti e vacui nella rilevazione) sia funzionale alla sicurezza stradale e ottenga lo sperato effetto deterrenza?

O talvolta non possa generare aree di pericolo ancora maggiori rispetto a quello che si vuole evitare?

Non è dato saperlo con certezza e il tema è serio. Gli incidenti dovuti alla velocità sono tanti, troppi, ma è pur vero che tutto andrebbe gestito con un minimo di buon senso e non per mero tornaconto economico.

Gli apparecchi autovelox in Italia si attestano a circa 11.300 contro i 7.700 della Gran Bretagna, i 4.700 della Germania e i 3.780 della Francia. Una sproporzione che fa paura. E anche dal punto di vista degli incassi i numeri sono enormi e in aumento.

Il dato nazionale del gettito fa registrare un balzo notevole fra il 2021 (47 milioni) e il 2022 (quasi 76 milioni). Attendiamo il 2023, ma le stime potrebbero essere al rialzo.

Ebbene di questi 76 milioni, ben 23,2 milioni riguardano solo la città di Firenze

Insomma, i fiorentini contribuiscono per quasi 1/3 all’introito nazionale, pagano il doppio dei milanesi e 2,5 volte rispetto ai genovesi. Un dato che fa riflettere e che suscita doverosi i interrogativi. Sono i fiorentini a essere molto indisciplinati o l’aver trasformato la città in una specie di Grande Fratello stradale si è rivelata una scelta molto redditizia per l’Amministrazione ?

E poi, l’investimento fatto per disseminare il territorio di strumentazioni di rilevazione non poteva essere meglio gestito, magari attraverso l’incremento di sistemi di videosorveglianza a prevenzione del crimine “tout court”?
Anche perché, per quanto importante, il settore degli incidenti stradali non fa rilevare numeri da emergenza (fortunatamente!).

E allora ovvio che il dubbio sorga spontaneo

E cosa accadrà se, come molte città stanno facendo, si abbasseranno ulteriormente i limiti a 30 km/h? Insomma i cittadini si chiedono se l’occhio pubblico è interessato più all’incremento del gettito o alla sicurezza stradale. E onestamente meritano una risposta seria. La cittadinanza, dovrebbe essere edotta, e magari anche educata, a comprendere i meccanismi che stanno dietro a certe scelte che francamente si rivelano a tratti incomprensibili. Invece, questo non sembra accadere. Col favore delle tenebre spuntano autovelox o si studiano meccanismi di rilevazione sempre più invasivi ma al contempo sempre più incerti nella loro accuratezza.

E questo preoccupa e fa arrabbiare e può essere il background per il sorgere di improvvisati “eroi” armati di flessibile.

Perchè se la sanzione deve essere deterrente rispetto all’illiceità e come tale va preservata, non può divenire “voce di bilancio” né tantomeno una tassa indiretta che viene richiesta in modo irragionevole.

Occhio al giustizialismo stradale oltre misura che poi arriva Fleximan – il supereroe contro la Municipale, per citare un celebre brano dei “Meganoidi” – e allora saranno guai!

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