Bersani: “di fame in Italia non muore nessuno”

BERSANI

Bersani evidentemente ci tiene a far conoscere, ancora una volta, tutta la scollatura che vi è tra la sinistra italiana e il cosiddetto “Paese reale”. In diretta dalla sua bella casa in Provincia di Piacenza, l’ormai ricco Pier Luigi, ci dice che chi asserisce che in Italia si possa morire di fame è un demagogo. Sostiene questo dopo aver dichiarato di essere chiuso in casa da più di un mese. Davvero un bell’esempio, non c’è che dire, per chi in questo momento dovrebbe stare in prima linea guidare la Nazione. Bersani, infatti, per chi non lo ricordasse, fa parte di “Articolo 1”, ovvero il partito del Ministro della Salute Roberto Speranza.

Vivo in una provincia dove il virus ha fatto 720 morti – ha detto Bersani a La7-  sento qualche demagogo che dice ‘non voglio morire di virus, non voglio morire neanche di fame. Si muore di virus, in Italia di fame non muore nessuno”

Frase che sarebbe da considerarsi offensiva se non fosse evidente che l’ex Segretario del PD non l’ha effettivamente pronunciata con l’intento di oltraggiare qualcuno. Il fatto è che non è più in grado di capire cosa stia succedendo fuori dal salotto di casa sua. 

Perché tra un lavatevi le mani ed un andrà tutto bene, se si va a leggere cosa dicono i dati reali sull’economia italiana si scopre una vera e propria tragedia. Le previsioni fanno risultare uno scherzo la crisi del 2008. Il Fondo monetario internazionale ha diffuso la previsione di primavera, indicando l’Italia come una delle Nazioni più colpite dalla recessione. Una contrazione del 9,1%: è questo il gigantesco danno che subiremo nel 2020. Di questa analisi avevamo già parlato qualche giorno fa, evidenziando come a fare peggio dell’Italia saranno solo Grecia, Venezuela, Libano e Macao .

Sinistra e finanza

Al buon Bersani però non interessa, sono lontani i giorni della sua gioventù da comunista. Da ormai trent’anni i partiti della sinistra italiana sono diventati il braccio politico della grande finanza. Di collettivo è rimasto solo il suicidio, non il loro ovviamente, ma quello di tanti, troppi italiani. Intere famiglie rovinate dalle politiche economiche vampiresche imposte agli italiani dagli organismi sovranazionali tanto cari alle sinistre.

Ma secondo lo smacchiatore di giaguari di fame non muore nessuno. Non sono della stessa opinione quelli della Link Campus University, che dal 2012 monitorano i suicidi per motivazioni economiche attraverso un’organizzazione appositamente costituita: l’”Osservatorio suicidi per motivazioni economiche”. I dati in loro possesso ci dicono che dal 2012 al 2019 ci sono stati 1.086 casi certificati. Leggendo lo studio si evince che dal 2012 al 2019, in media, un italiano ogni tre giorni si è tolto la vita.

In relazione a questa emergenza, purtroppo, l’Osservatorio segnala“allerta massima per gli effetti da Coronavirus”. Con quello che ci aspetta si teme un’impennata superiore perfino a quella del triennio 2013-2016, dove si ebbe il piccolo di un suicidio ogni due giorni. Peraltro, lo studio, ci dice anche che la maggior parte di queste tragedie, ben il 43,4%, avviene proprio nel Nord Italia, ovvero dove abita Bersani. Preoccupante anche leggere i dati per condizione professionale: il 43% è rappresentato da imprenditori, ovvero coloro ai quali il Governo, di cui Bersani fa parte, non riesce a dare risposte.

Aumentano le richieste di aiuto alimentare

Oltre a questo c’è da dire che le richieste di aiuto alimentare sono già in forte aumento. Le associazioni di volontariato che si occupano di questo settore hanno lanciato un vero e proprio allarme, evidenziando un incremento di oltre il 20%, nonostante la crisi sia solo all’inizio. In alcune zone della Nazione ci sono addirittura punte del 40%.  Affinché le morti non aumentino, c’è da sperare che la macchina della solidarietà continui a reggere l’urto, dato che le risposte politiche date fino ad oggi risultano essere assolutamente inadeguate.

Di fronte a questa catastrofe però Bersani dice “ce la faremo”. A noi non sembra affatto così facile, ma probabilmente si tratta di un equivoco lessicale: ce la faranno certo, lui e la sua combriccola, come sempre del resto. Gli italiani, invece, di certezze possono averne ben poche.

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