Biden, ma è ancora in grado di governare?
Non si contano più le gaffes dell’attuale Presidente degli Stati Uniti. Inciampa sulle scalette dell’aereo.
Scivola sui prati della Casa Bianca e sui palchi dei teatri
Offre la sgradevole impressione, quando prende la parola, di essere assente. Non ricorda date e luoghi nonostante i “gobbi” messi ogni dove per sostenerlo. Sbaglia i nomi dei leaders mondiali. Tira fuori nomi di personaggi ormai deceduti.
Joe Biden fa davvero preoccupare l’opinione pubblica. Alla sua età dovrebbe restare con i nipoti e qualche bisnipote in cappello texano a sorseggiare un ranch water attorno ad un barbecue. Invece lo troviamo a Washington, luogo di comando statunitense, nell’intento di manovrare le sorti del mondo.
Da quando c’è lui alla Casa Bianca si sono succeduti una serie di accadimenti internazionali anche gravi
Subito dopo la sua rocambolesca, e assai discutibile, elezione a 46esimo Presidente Usa, il 20 gennaio 2021, subito inizia il primo conflitto in Ucraina. Viene coinvolto anche il figlio Hunter Biden, in seguito totalmente scagionato, per eventuali illeciti nel Paese di Zelenski. Tuttavia i grattacapi del secondogenito permangono tutt’oggi, in quanto Hunter è stato ufficialmente incriminato nel 2023 per evasioni di tasse milionarie. E’ la prima volta che il dipartimento di giustizia incrimina un figlio di un Presidente in carica.
Dopo la guerra russo-ucraina, è la volta della striscia di Gaza, di Hamas (di cui non ricorda neanche il nome in una conferenza stampa) e dello Stato di Israele. Una situazione intricata quello del Medioriente, polveriera che di tanto in tanto si riaccende in una zona del mondo ad alta tensione conflittuale. Biden perde il sostegno dell’Arabia Saudita, che preferisce l’entrata nei Brics piuttosto che collaborare con la Nato.
Ed è sempre il Presidente che si trova a prendere decisioni militari per contrastare i droni che attaccano le navi containers nel canale che costeggia lo Yemen. Oggi un nuovo fronte si sta aprendo nelle acque cinesi dell’Oceano Pacifico in prossimità di Taiwan.
Un risiko complesso, che Biden, sotto il colpo dei suoi anni e della sua salute, stenta a seguire e a gestire
Joe Biden è classe 1942. Questo non significherebbe molto se non fosse che nei suoi discorsi fa riferimento di avere incontrato il leader francese Mitterand (deceduto nel 1996) invece di Emanuel Macron. E si ironizza che abbia incontrato un fantasma, in considerazione anche delle frequenti “assenze” di Biden. E ancora. Richiama Helmut Kohl, cancelliere tedesco negli anni ‘90 (deceduto nel 2017) al posto del recente Olaf Scholz. Oppure candidamente dichiara che Putin sta perdendo la guerra… in Iraq.
E sempre parlando di eserciti, ad aprile 2023 aveva confuso gli All Black, storica compagine rugbistica neozelandese, con il reparto britannico Black and Trans, che aveva terrorizzato la popolazione irlandese dell’Ulster
Ma l’elenco è ancora lungo e coinvolge anche la inglese Thatcher, scambiata per la May. E nemmeno riconosce l’inno americano quando viene suonato, mettendo la mano sul cuore sull’inno dell’India.
Ma oltre alle gaffes, pure comiche se non fossero fatte da un personaggio tanto importante, i media riportano tante frasi inopportune, che Biden sparge random nel mondo e che fanno riflettere sulle sue capacità. Lui intanto minimizza il problema, autodefinendosi “gaffe machine”.
I repubblicani chiedono a gran voce la sua rimozione appellandosi al 25esimo emendamento americano: rimozione per incapacità manifesta. I suoi avversari raccontano di un uomo con seri problemi di memoria, ma che potenzialmente potrebbe premere in qualsiasi momento il bottone della valigetta nucleare.
E’ ancora più inquietante chiedersi se davvero sia lui a guidare una superpotenza globale o vi siano nell’ombra “titolari effettivi” del potere, non eletti democraticamente.
I media americani sollevano ogni giorno dubbi sull’età e sulla salute di Biden
Trump, anche lui non più giovanissimo, non perde occasione di attaccarlo e ridicolizzarlo, come ha fatto in questi giorni dicendo che “per Biden Gaza è confinante con il Messico”. Ma sono già in campagna elettorale, una campagna elettorale che sembra più un duello all’ultimo respiro, piuttosto che il dibattito sulla crescita del grande Paese nordamericano. Il problema insomma esiste ed è palese. E, nonostante l’Oceano Atlantico che ci divide, è più vicino di quanto pensiamo.
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