Biden parla ad un’America divisa

Biden parla ad un’America divisa. Lo sa bene quando pronuncia il discorso allo stato dell’Unione. Sa bene che non è stato tragico il suo risultato alle elezioni di medio termine. Ma sa anche bene di aver perso la camera dei rappresentanti. Parla di aborto, di limitare le armi. Ma non ha i numeri in Parlamento, ne la maggioranza alla Corte Suprema.

Joe Biden non ha molti meriti. Sinceramente da un uomo di esperienza come lui ci si poteva aspettare di più.
È un presidente estremamente impopolare in patria. Non ha ottenuto grandi successi interni. Ma in politica estera c’è il suo più grande fallimento.

Questo fallimento consiste nell’aver palesato che c’è la stragrande maggioranza del mondo che preferisce non appoggiare più l’occidente.

Sull’Ucraina addirittura l’Europa è divisa sull’invio delle armi. Forse semplicemente per il fatto che si è resa conto di aver fortemente legato i rapporti tra cinesi e russi. Tutti le inviano, ma tutti allungano i tempi.Ed il tempo non lavora a favore degli ucraini.

Quello che tutti i presidenti americani dopo Nixon erano stati attentissimi ad evitare, il vecchio zio Joe è riuscito a farlo con una leggerezza imperdonabile. Ma si stupisce il vecchio zio Joe dell’atteggiamento del resto del mondo verso quello che una volta veniva chiamato il mondo libero?

I nostri intellettuali sono una iattura

Non è colpa di tutti quegli intellettuali, di quelle star hollywoodiane che spesso vanno dietro ai fenomeni di scentology e che lo hanno sostenuto? Non si è reso conto che il denigrare costantemente l’occidente, considerato solo come la patria dei bianchi oppressori, ha instillato ulteriormente rancore il tutti quei leader ad esempio africani che si sono formati nelle università del mondo anglosassone ed in specie degli Stati Uniti, dove si insegnava che l’occidente era il male assoluto?

Che cosa pensava lo zio Joe? Che il potere distruttivo di queste sue balzane convinzioni si sarebbe riversato solo ed esclusivamente a danno dei repubblicani?

C’è tutto un mondo contro di noi che paradossalmente abbiamo istruito noi ad odiarci, attribuendoci tutte le colpe della storia. Non noi come italiani, perché ci siamo solo infilati dietro ad una moda.

Le elite progressiste solitamente hanno la capacità di copiarsi tra un paese e l’altro, e noi italiani sappiamo copiare meglio sempre il peggio.

Credo che dal nostro punto di vista la cosa migliore sarebbe tornare a produrre idee incentrate sul nostro pensiero e sul nostro interesse nazionale.

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