Biden propone di sospendere i brevetti sui vaccini anti Covid 19

Vaccini

La proposta è chiara: sospendere temporaneamente i diritti sui vaccini anti Covid-19.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha sicuramente fatto esplodere una bomba, un fulmine a ciel sereno non è propriamente, visto che era una notizia già nell’aria.

L’Amministrazione di Joe Biden ha annunciato di essere favorevole a rimuovere le protezioni dei brevetti per i vaccini Covid-19 e che ne negozierà i termini al Wto.

Molti paesi, tra cui la Francia di Macron in primis, hanno accolto tale proposta con entusiasmo. Rimane contraria la Cancelliera Merkel.

Le tesi contrapposte sui vaccini di Biden e BigPharma

La contesa è tra proprietà intellettuale e diritto globale alla salute.

Se ne sta parlando anche in Portogallo agli Stati generali della Ue.

Da mesi alcune delle principali associazioni di aziende farmaceutiche dicono di essere contrarie alla sospensione dei brevetti, che a loro modo di vedere costituirebbe un pericoloso precedente per il settore e il modo in cui si sviluppano farmaci e vaccini.

Permetterebbe, la sospensione in argomento, di fare produrre il vaccino anche ad altre aziende, nella visione di chi la propone per velocizzare la diffusione e la campagna vaccinale.

Ma oltre ai brevetti di per sé, la produzione di un vaccino richiede comunque un cospicuo trasferimento di conoscenze da parte di chi li ha registrati e ha sviluppato il sistema produttivo.

Per questo chi è contrario alla sospensione sostiene che in molti paesi non ci sarebbero risorse e capacità adeguate per produrre i vaccini contro il coronavirus.

Si ribatte da parte dei favorevoli, che almeno 250 aziende potrebbero produrre i vaccini, anche nei paesi in via di sviluppo, che finora hanno ricevuto pochissime dosi.

È questa la preoccupazione maggiore, che cioè il sud del mondo rimanga sguarnito della protezione contro il Coronavirus. Tale preoccupazione è stata sottolineata anche da papa Francesco.

La posizione di Farmindustria

BigPharma ovviamente è contraria. Anni di ricerca ed investimenti rischiano di non produrre i ricavi previsti.

In Italia anche Farmindustria non è favorevole a tali soluzioni.

Non ci si può improvvisare produttori di vaccini contro il Covid – ha spiegato con una nota l’associazione delle imprese farmaceutiche italiane -. La proprietà intellettuale, come tra l’altro sottolineato recentemente anche dalla Commissione Europea, non rappresenta un ostacolo per l’aumento della produzione.”

Ad oggi nel mondo ci sono circa 280 vaccini in sviluppo. In UE già 4 sono stati approvati e altri sono in fase di approvazione. Risultati possibili solo grazie alla proprietà intellettuale. La deroga ai brevetti non servirebbe ad aumentare la produzione né a offrire le soluzioni necessarie per vincere la pandemia. Potrebbe avere invece l’effetto opposto: dirottare risorse e materie prime verso siti di produzione meno efficienti. E determinare così l’aumento della contraffazione a livello globale”.

Ci sentiamo di concordare: se in un anno un vaccino, anzi più d’uno e di varie tipologie, è stato sviluppato a tempo di record, è merito dell’enorme interesse ed indotto economico che ne deriva. Altrimenti le risorse non sarebbero arrivate così celeri e copiose.

Sarà poco poetico, molto prosaico, ma il denaro muove il mondo, anche quello farmaceutico. Il potere politico può intervenire con correttivi, ad esempio in campo di malettie rare e poco remunerative, ma non tagliando tout court le aspettative di guadagno legittime delle industrie farmaceutiche. Questo comporterebbe una frenata sulla ricerca, del tutto inopportuna e non vantaggiosa per la salute di tutti.

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