Biden, un vero modello dem

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Biden, un vero modello dem

Colpo di coda del Presidente degli Stati Uniti uscente. Prima di lasciare la Casa Bianca ha graziato il figlio Hunter dalle grave accuse della giustizia americana nei suoi confronti

Rientrano in queste le gravi accuse contro il fisco americano, e i processi per droga e alcool

E’ già stato condannato da una giuria popolare, come ha riferito il deputato Greg Stanton, ex sindaco di Phoenix.

E il 12 dicembre prossimo sarebbe dovuto apparire di fronte ad una corte federale nel Delaware, reo di aver acquistato una pistola illegalmente senza riferire della sua dipendenza agli stupefacenti

Ma Hunter, figlio prediletto di Biden, ha trovato nel “papi Presidente” la possibilità di garantirsi la grazia.

E così a 50 giorni dalla fine del suo mandato Joe Biden ha firmato una grazia “piena e incondizionata” al suo pargoletto

Una mossa, quella di Joe Biden, che avrà gravi conseguenze direttamente verso se stesso e per la sua eredità politica. E che lascerà strascichi per anni anche nel futuro politico dei democratici americani.
Eppure Biden lo aveva ribadito più volte durante il suo mandato.

Non si sarebbe mai intromesso nei problemi con la giustizia del figlio, non lo avrebbe forzatamente aiutato ad uscire indenne dalle accuse a lui rivolte, non avrebbe mai intralciato il corso dei processi

Un vanto riproposto più volte anche durante la sua breve campagna elettorale, espresso soprattutto in contrapposizione con gli innumerevoli processi a cui l’avversario Trump aveva in corso.

Tutto falso

Tutte bugie.Ha fatto presto Joe Biden a rimangiarsi le promesse, gettando nella bufera la credibilità della sua persona. Un’azione di pessimo gusto quello di sottrarre il figlio alla giustizia, e allo stesso tempo un regalo enorme a Trump. Ma soprattutto un autogoal ai danni dei dem che lo hanno supportato in questi anni e che lo osannavano durante i suoi giorni da candidato alle presidenziali.

Ma la famiglia, si sa, va avanti tutto

Davanti alle promesse elettorali, davanti all’elettorato americano, davanti al prestigio degli Stati Uniti, davanti al mondo intero. E con lui e il suo gesto arrogante stanno progressivamente perdendo la fiducia collettiva i democratici, tacciati di voler ottenere il potere a tutti i costi e non di governare, di preferire la l’arroganza invece che puntare sui diritti.

La portavoce del Ministero degli esteri Maria Zakharova parla senza mezzi termini di “caricatura della democrazia americana”, accusando di fatto l’amministrazione Biden e tutto l’establishment di Washington

Un’accusa forte contro quella che è considerata la più grande democrazia mondiale.

A dicembre, oltre all’annullamento del processo in Delaware, Hunter Biden doveva apparire il 16 in California per difendersi dall’accusa di aver evaso almeno 1,4 milioni di dollari di tasse tra il 2016 e il 2019. I soldi del fisco in questo caso erano stati spesi per i propri sollazzi personali, tra cui oltre la droga, escorts, sex club, ristoranti e auto di lusso. Hunter non ha mai negato tali stili di vita, anzi lo ha ribadito anche di fronte agli inquirenti che preferiva vestiti firmati e alberghi milionari al pagamento delle tasse.

Tanto c’era il “papi presidente” che poteva avere il potere di coprire le malefatte di Hunter

E il papi ha provveduto infatti e ha fatto anche di più. Per evitare di trovare altri capi di imputazioni al figlio (forse Joe conosce bene nonostante il cuore di padre il figlio Hunter) ha firmato la grazia “piena e incondizionata” per tutti i reati che Hunter potrebbe essere imputato a partire dal 1 gennaio 2014 fino al 31 dicembre 2024.

Una immunità plenaria e totale che lo rende di fatto un intoccabile

10 anni arretrati, proprio a partire fra l’altro nel 2014, anno in cui Hunter entra, ben raccomandato da Joe, nel board della Burisma, una società ucraina, raccomandato dal padre allora vicepresidente americano.

E’ proprio il caso di dire: la legge non è uguale per tutti!

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