Bonafede e Boldrini, inginocchiatevi davanti a chi serve lo Stato, nonostante voi

BONAFEDE

Bonafede e Boldrini – Stavolta inginocchiatevi fino a provare dolore, onorevole Boldrini, e magari esprimete solidarietà – se ne siete capaci – a chi serve lo Stato nonostante Bonafede. Perché le vostre sceneggiate riservate ai fatti d’Oltreoceano non sono nulla per quegli agenti della polizia penitenziaria maltrattati dai vostri silenzi di fronte alle violenze dei detenuti e alle indagini degli inquirenti contro chi serve lo Stato.

Basta, basta, basta con questi atteggiamenti superficiali, che ignorano la tragedia che vive chi indossa una divisa. I delinquenti non sono loro, ma quelli che li aggrediscono mentre un ministro inetto come il Guardasigilli pensa solo a schivare gli attacchi dell’opposizione piagnucolando come un ragazzino.

Bonafede e Boldrini, inginocchiatevi ora

A Santa Maria Capua Vetere hanno fatto male a un bel po’ di agenti della penitenziaria. Sono stati detenuti di quelli tosti, extracomunitari che trattiamo con i guanti anche quando rappresentano un pericolo.

Il loro nemico sono uomini che stanno nelle carceri per sorvegliarne la detenzione. Ma che sono trattati come torturatori, e indagati per aver fatto il loro dovere nelle rivolte carcerarie. Tortura è l’imputazione per alcuni di loro. E i magistrati mandano i carabinieri a mortificarli con la consegna degli atti di “giustizia”.

Sono feriti dai detenuti, sono vittime, non carnefici. Ma per loro non si inginocchia nessuno, appunto.

Ancora una volta ci è toccato verificare che ci vuole davvero poco a mettere un carcere in mano ai criminali. Alcuni agenti di Santa Maria Capua Vetere non sono stati disponibili al servizio. E hanno ragione: se si azzardano a intervenire li indagano di nuovo. In prigione vogliono starci per lavoro e non per scontare una pena.

Però, per la politica di governo, l’emergenza sono i decreti sicurezza da discutere, modificare, cancellare. Per la gioia dei delinquenti che sfasciano le città quando sono fuori e le carceri quando stanno dentro. Applausi a Pd e Cinquestelle.

Gli agenti penitenziari sono le vittime

Ma applausi anche a Matteo Renzi, che ci ha lasciato in dote un ministro che non capisce nulla di quello che fa, respingendo una mozione di sfiducia che doveva essere solo approvata. Non succede nulla, ecco il segnale che si manda dal Palazzo.

Un ministro della giustizia come Bonafede può essere libero di raccontare tutte le storie che vuole sul caso Di Matteo. Lascia il Dap nel marasma più totale. Si rende responsabile di centinaia di scarcerazioni. Ha avuto suoi collaboratori coinvolti nel caso Palamara. Gli scoppiano le rivolte in mano: che altro dobbiamo veder succedere per dirgli di accomodarsi a casa?

Nel dettaglio, nel carcere campano si racconta che era da almeno quattro mesi che si verificavano – e si denunciano – situazioni gravissime. E giovedì sera gli stessi detenuti avevano aggredito un comandante e altri agenti. I sindacati della polizia penitenziaria sbottano: “Dove sono le condizioni che dovrebbero garantire la sicurezza e il recupero dei detenuti, se queste sono le condizioni create dall’attuale politica penitenziaria? Al ministro assente chiediamo risposte urgenti”. Al ministro assente, ci rendiamo conto? Lo sbeffeggiano pure e lui si assolve da solo, come ha fatto persino in Parlamento.

Ma sono i detenuti a essere garantiti da Bonafede e a loro nessuno deve dire inginocchiatevi… Fanno casino ora perché quando gli ricapita più un altro ministro così pasticcione.

Francesco Storace per Il Secolo d’Italia

 

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