Nel cuore della Sila è pronto a partire il restauro dell’abbazia di Santa Maria di Corazzo. Fondata dai benedettini e poi passata ai cistercensi, essa deve la sua fama alla figura di Gioacchino da Fiore. Questi ne fu abate dal 1177 al 1187, ovverosia nel suo periodo di maggior splendore esegetico e spirituale. Il monaco calabrese, proprio tra le mura di Corazzo, dettò gran parte delle proprie opere a tre alacri amanuensi.
Nel 2018 la Regione Calabria inserì l’abbazia tra i beni di attrazione culturale e di rilevanza strategica. In tal senso, decise di finanziarne il restauro attingendo alle risorse europee per il periodo 2014-2020. Secondo quanto riportato da un articolo de Il Sole 24 Ore, il costo dell’operazione si aggirerebbe attorno a 1,2 milioni di euro finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale.
L’abbazia è fortemente legata alla storia e alle tradizioni del territorio. All’interno delle chiese dei paesi presenti in zona, infatti, si custodiscono arredi decorativi rappresentativi dell’ultima fase di vita del monastero. L’abbandono definitivo si ebbe con il devastante terremoto del 1783 il quale colpì l’area dello Stretto di Messina e della Calabria meridionale.
Il restauro in particolare riguarderà la chiesa e i contrafforti ad arco situati sul lato nord tra il XVII e il XVIII secolo. L’intervento sarà effettuato proprio negli spazi sotto i contrafforti utilizzabili grazie ad un pavimento in legno sopraelevato che, in caso di eventuali e futuri scavi archeologici, potrà essere rimosso in qualsiasi momento. Nel giro di un mese dovrebbe essere pronto il progetto definitivo mentre l’opera sarà completata entro la fine del 2021.
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