Silenzio: parla Calenda. Quello che pare sia diventato il più fine statista italiano, stavolta ha agito con meritoria coerenza.
Chiamato a dividere l’alleanza con personaggi francamente per lui indigesti, non ha potuto che tirare le somme, almeno per adesso. Sette giorni son lunghi da passare..
“E’ la decisione più sofferta. Io penso che l’Italia ha bisogno di un grande partito social democratico. Ho fatto una trattiva con Enrico Letta sull’idea che c’è un’altra Italia possibile. Adesso mi trovo a fianco che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi. E allora mi sono un pò perso. Ho proposto a Letta di fare un’alleanza netta. Pertanto io ho comunicato, ai vertici del PD, che non intendo andare avanti con questo accordo”.
Così durante l’intervista a Mezz’ora in più su Rai3.
“Questa cosa è durata anche troppo. Quando abbiamo fatto l’accordo ci siamo detti che dal giorno dopo un pezzo della coalizione non avrebbe bombardato l’agenda Draghi, sennò ci saremmo fatti ridere dietro dal Paese”.
Almeno lui se n’è accorto.
Il leader di Azione, Carlo Calenda, a Mezz’ora in più, su Rai Tre è parso volersi togliere qualche sassolino dalle scarpe.
“A questa proposta si sono aggiunte personalità che italiani non vogliono più vedere“. Calenda ha poi aggiunto che “è arrivato di tutto, Di Maio, Di Stefano…”
“Enrico Letta lo sapeva da ieri cosa sarebbe successo”.
Enrico Letta: “L’unico alleato possibile di Calenda è Calenda”
La risposta di Enrico-Stai-Sereno non si è fatta attendere
“Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia“.
Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta, commentando lo strappo di Carlo Calenda con i dem.
Ci sentiamo di dargli ragione: l’interesse dell’Italia adesso è cambiare marcia rispetto a queste ammucchiate che nemmeno ad Arcore dei tempi d’oro.
Il capolavoro di Enrico è stato barattare per i tre voti che gli porteranno Frattoianni e Di Maio, una figura moderna, moderata e di attrattiva come quella di Azione.
Tempi di ripensamento ce ne sono ancora molti, la settimana più calda dell’anno, ma se terzo polo Renzi-Calenda sarà, risulterà definito il disastro strategico del PD, novello scopritore di alleanze, e ad oggi il miglior alleato che il centrodestra potesse augurarsi.
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