Candidature a sindaco di Firenze: il punto della situazione ad oggi
La strada per la ricerca di candidati a sindaco di Firenze non è mai stata facile. Firenze è sempre stata una città di una bellezza fragile.
Ammesso fosse possibile, per le prossime elezioni di primavera 2024 la situazione pare ancora più ingarbugliata.
Il Pd, in preda alle sue nevrosi interne, non fa che aggravare il clima di incertezza
Il sindaco uscente Dario Nardella ha da qualche settimana appoggiato la candidatura del suo assessore con delega all’educazione, welfare, immigrazione e integrazione. Sarà quindi Sara Funaro, classe 1976, nipote “d’arte” del sindaco dell’alluvione 1966 Piero Bargellini, la delfina di Nardella a Palazzo Vecchio.
Determinante il benestare della Schlein
La segretaria nazionale Dem, scegliendo Funaro, ha così messo una pietra tombale alle usuali primarie del partito, creando non pochi mal di pancia fra gli iscritti e simpatizzanti del partito.
Prima fra tutte l’avvocato Cecilia Del Re, che senza tanti preamboli si dichiara apertamente contrariata dalle decisioni dettate dalla Schlein e avallate da Nardella. Alla Del Re, anche lei assessore della Giunta Nardella con delega all’urbanistica, proprio non va giù lo scavalcamento da parte della segreteria nazionale a favore della collega Funaro.
E’ Cecilia che è stata la più votata alle elezioni del 2019
E’ Cecilia che ha un gruppo di cinque consiglieri che le sono vicini e che hanno sostenuto fin dall’inizio della legislatura la Giunta di Dario.
Il voltafaccia del sindaco uscente quindi le appare fuori luogo. Proprio lui solo due anni fa esaltava le primarie come “strumento principale per scegliere candidati e classe dirigente”. La contrarietà della battagliera “assessora” è palese. La sta facendo meditare di allearsi seriamente con Renzi, oltre a presentare un ricorso al Tar per difendere il proprio diritto di ottenere le primarie Pd a Firenze.
Con la mossa – si potrebbe ironizzare sul gioco degli scacchi – “Del Re”, Renzi nel frattempo tenta il riscatto nazionale, rilanciandosi proprio sulla piazza della sua città, della sua Firenze. Sabato scorso il boy-scout di Rignano ha presentato ufficialmente al Caffe’ letterario delle Murate il suo cavallo di battagia, Stefania Saccardi, quale candidata a sindaco di Italia Viva.
Da fine stratega quale è, ha però teso una mano alla infuriata Cecilia
La sta stuzzicando all’ingresso nella sua compagine, proponendo una sorta di primarie promosse direttamente da Italia Viva. Scavalcando di fatto il Pd. Renzi, da sempre in lotta con il partito di Letta e della Schlein, non nega una probabile elezione primaria fra le due donne forti della politica cittadina: la vicepresidente della Toscana Saccardi e l’assessore fiorentino Del Re. Una sorta di rivincita personale/politica di un – improbabile – nuovo Pd 2.0. Una nuova “Margherita” stile primi anni 2000, anni in cui Renzi risultava vincente in ogni dove.
Con le primarie, Renzi quindi apertamente dichiara: “Dimostriamo noi quale sia la scelta vincente per gli elettori del Partito democratico a candidarsi sindaco di Firenze”. Aggiungendo che “un comportamento così chiuso della sinistra fiorentina non può che portare a una nuova sconfitta elettorale”.
Renzi da Firenze riparte alla ricerca di un posto al sole
Il suo obiettivo finale non è comunque Firenze, ma sedere di nuovo nella stanza dei bottoni nazionale. A destra o sinistra non importa, basta essere presenti. Calenda, che ancora non si è ripreso dal tonfo del Terzo Polo, sta girando cautamente alla larga da Renzi.
Ha aperto il dialogo con Nardella e appoggia qualsiasi persona che l’ex sindaco propone. Funaro inclusa.
L’importante è che sia un candidato il più possibile distante da Italia Viva
Nel frattempo la destra è desaparecida. Forse a gennaio sarà palesato il candidato a sindaco di Firenze per la coalizione Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Forse. Al momento l’unico nome emerso è stato quello di Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, diventato cittadino italiano da novembre scorso, a dispetto del suo nome e del suo accento marcatamente germanico. 55 anni, moglie italiana (e per questo ha ottenuto subito la cittadinanza), Schmidt ancora non ha sciolto la riserva della sua probabile candidatura.
Al momento si limita a sbanderare la bellezza di Firenze (tra l’altro senza alcuna difficoltà perché, diciamola tutta, Firenze è veramente meravigliosa di per sé), ma niente più.
Nessuna sbavatura nelle sue dichiarazioni. Dai partiti della destra fiorentina per il momento non trapela niente. Serrati nei ranghi e a bocche cucite. Si attende l’anno nuovo. E allora buon 2024, anno che speriamo porti una nuova luce di speranza per la nostra città.
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