Cara Irpef quanto mi costi
Anche quest’anno è arrivato il regalo di Natale tanto atteso per molti lavoratori che prestano una attività di lavoro in Toscana.
E’ di questi giorni la notizia di un probabilissimo aumento dell’addizionale Irpef regionale
L’emendamento, a firma del Governatore della Regione Toscana Eugenio Giani, è stato protocollato nella giornata di martedì 19 dicembre intorno alle ore 19. La Regione Toscana, numeri alla mano, su un buco di bilancio da 400 mln di euro, ha la necessita di reperire risorse da destinare alla sanità per un ammontare equivalente di 200 mln di euro; anche se, con molta probabilità, una parte di questi fondi serviranno anche per aiutare le popolazioni colpite dall’alluvione. Saranno coinvolti, in questa misura, circa 600.000 lavoratori, percettori di redditi superiori a 28.000€. Più nel dettaglio, queste le modifiche che verranno apportate:
– reddito da 28.000 a 50.000 euro, aliquota incrementata di 2,09 punti percentuali;
– Redditi superiori ai 50.000euro, aliquota incrementata di 2,10 punti percentuali.
Il Governatore Giani, a giustificazione di tali aumenti, ha affermato: “l’addizionale Irpef in Toscana è particolarmente bassa.
La linea è quella della progressività, salvaguardiamo lo scaglione da zero a 28.000 euro, circa un milione e mezzo di contribuenti”.
Affermazioni di una gravità inaudita
Ad avviso di Eugenio Giani, siccome i lavoratori toscani pagano una soglia di addizionale Irpef regionale minore, se comparata ad altre Regioni, e’ giustificato allora andare ad incrementarla.
Ricordiamo che l’attuale governo nazionale di centro-destra ha destinato, nel 2023, quasi 8 miliardi alla Regione Toscana per ciò che concerne la sanità, per l’esattezza 7.93 miliardi; cifra, che se confrontata con i precedenti governi di centro-sinistra, è di gran lunga superiore. Probabilmente, chi dovrebbe gestire le risorse a livello Regionale, non è in grado di impiegarle correttamente.
Circa tali aumenti, sembrano contrariati anche i due consiglieri Regionali di maggioranza, in quota Italia Viva, Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci. Vedremo se al momento del voto prevarrà la logica delle poltrone oppure il buon senso, uscendo da questa maggioranza.
Per l’ennesima volta ci troviamo dinanzi ad aumenti in termini di tassazione
I cittadini sono ormai abituati, ad ogni livello, tanto statale, regionale, locale, a consuetudinari incrementi che impattano in negativo sul reddito derivante da attività lavoro. Troppo facile coprire, mediante aumenti di tassazione, buchi o disavanzi di bilancio. Siamo uno dei paesi, e questo lo dicono i dati, dal più elevato prelievo fiscale.
Così evidentemente non va più
I cittadini sono costretti a lavorare per pagare le tasse stabilite dalla legge. Dati alla mano, un lavoratore inizia a guadagnare dopo 5 mesi di lavoro in quanto, per i primi mesi dell’anno fiscale, il compenso di lavoro se ne va in tasse. Il sistema è ingolfato, i cittadini sono stanchi e la politica, dal canto suo, non è adeguata a far fronte a queste criticità che proprio gli stessi politici hanno alimentato a causa della loro incapacità a saper gestire la cosa pubblica. Serve un cambio di passo, una riforma fiscale perché, così, davvero non va.