Caro Zelensky scendi dal palcoscenico

Il presidente ucraino non può offendere Berlusconi senza offendere l'Italia

Caro Zelensky scendi dal palcoscenico. Un comico può permettersi tante cose. Un capo di stato deve avere uno stile. Ed anche un po’ di gratitudine verso un paese, che sta fornendo ingenti agli aiuti militari.

Il ruolo

Se il Premier di un paese stremato dagli effetti negativi delle sanzioni,sta continuando, nonostante la  difficile situazione con l’opinione pubblica, a sostenere il governo ucraino, questi dovrebbe esserle grato. Per essere più precisi se Giorgia Meloni, mette la faccia a sostenere la resistenza di Zelensky, quest’ultimo dovrebbe evitare di prendersi la libertà di attaccare un suo alleato di governo.

Innanzitutto perché quel Premier sta facendo salti mortali per garantire un appoggio, che costa in termini politici un grosso dispendio di energie.

In secondo luogo perché un Capo di Stato deve avere, o dovrebbe avere,il bon ton di rispettare la sensibilità e la sovranità di altri paesi.

A volte è difficile calarsi nel ruolo, che la storia  assegna. Ma Zelensky avrebbe avuto il dovere di glissare come Capo di Stato, qualsiasi domanda che avrebbe potuto imbarazzare l’illustre ospite. Visto che Silvio Berlusconi è stato votato da milioni di Italiani. E contribuisce a tenere in piedi questo governo.

Invece il presidente ucraino ha preferito cimentarsi in un teatrino grottesco, villano ed inopportuno, che ha comunque danneggiato la sua stessa immagine e la sua stessa levatura politica.

Come comico, una volta poteva permettersi di tutto. Ma come primo cittadino di uno Stato, ha il dovere di non offenderne un altro. Ancora più grave la cosa se con questo paese è in debito.

Giorgia Meloni meritava un tappeto rosso. Ed il massimo rispetto che era rivolto non solo verso di lei, ma verso tutto il popolo italiano.

La difesa di Travaglio

Marco Travaglio sicuramente non è un fan di Silvio Berlusconi. Credo che anche il peggiore dei suoi nemici debba riconoscerglielo. Eppure, con grande onestà intellettuale, oggi dalle colonne del suo giornale, Il fatto Quotidiano, ha scritto un vibrante editoriale.

Riportando la situazione di un presidente in gravi difficoltà, che ha invitato la premier di un paese “di un governo che contribuisce, con aiuti finanziari e militari, a mantenerlo artificialmente in vita. E poi, violando ogni dovere di ospitalità di ogni regola di buona creanza, approfitti della conferenza stampa congiunta per insolentire un alleato della Premier che ha il grave torto di non pensarla come lui“.

E successivamente mette a nudo le pecche del leader ucraino: “è a Kiev che servono i soldi e le armi di Roma, non viceversa, quindi l’idea che Zelensky distribuisca pagelle e patenti di affidabilità a questo o a quel paese che si svena per Kiev è già ridicola“.

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