Una cosa è certa: il M5S non ci fa mai mancare spunti per scrivere articoli interessanti. Non fosse al governo ci sarebbe pure da divertirsi.
Pensavo che la punta di diamante Toninelli fosse un fuoriclasse inarrivabile e inarrestabile: quando anticipò i tempi proiettandoci miracolosamente nel 2025 (anno di prevista conclusione della galleria del Brennero), mi fece veramente sobbalzare. Il Ministro delle Infrastrutture. Poveri noi.
Ma oggi il suo scettro è insidiato significativamente da chi non ti aspetti. È come se in una partita di calcio entrasse un panchinaro che ti stravolge la partita.
Ecco a voi Laura Castelli. Una carneade che ha vinto la carica di Sottosegretario al Mef (per tacere del titolare).
Ma chi è costei? Un bel diploma in ragioneria e una laurea triennale in economia aziendale (mostruosità impensabile: la laurea è quella vera, non quella ridotta). Qualche consulenza in un centro di assistenza fiscale nel comune di Collegno e, magia, adesso al Mef. Probabilmente il fatto che sia stata anche addetto alla sicurezza allo stadio di Torino (come il suo titolare al San Paolo di Napoli) deve fare curriculum.
La ragazza, giusto per intendersi, è quella che alla domanda su cosa ne pensasse del referendum sull’Euro risponse “non lo so”, è quella che sulla follia dell’ecotassa sulle auto disse “se diventa cara la Panda 1200, possono comprare la 1000”. È sempre quella che a Padoan, ex ministro dell’economia con qualche titolo vero, rispose “questo lo dice lei”. Ed è quella che a proposito di Ires per gli enti no-profit, ha dichiarato “Noi tassiamo i profitti delle no profit mica tassiamo i soldi della beneficenza!”
Gioco, partita, incontro. Quando sei un fuoriclasse (o una fuoriclassa per dirla con la Boldrini), il banco è tuo. Magari il banco della 1a ragioneria, dove la Castelli sarebbe bene che tornasse a studiare.