Catania: addio a CocaCola e a 350 posti di lavoro.
L’Italia è talmente impantanata in sé stessa che non è riuscita, coi vari governi più o meno competenti che si sono succeduti, a capire che più tasse vengono messe, e meno il gettito fiscale è copioso. Figuriamoci con questo governo qui.
Ed è ecco che spuntate due nuove tasse fresche di conio (sugar e plastic tax, come se chiamarle in inglese le facesse essere meno odiose) hanno mietuto la prima vittima. Anzi le prime 151, per la precisione.
Mi riferisco allo stabilimento di imbottigliamento della CocaCola di Catania. La Sibeg ha deciso che chiuderà i battenti e dalla Sicilia aprirà in Albania. La spiegazione viene data semplicemente da Luca Busi che ne è AD. Busi sostiene (e ha tanta ragione) che in Italia le tasse per chi vuole fare impresa sono oltre il 60%, a cui si sono aggiunte questi due balzelli di categoria sulla plastica e sullo zucchero. In Albania invece siamo al 15%. Arrivederci (forse) e di sicuro no grazie.
Un’altra industria che chiude e se ne va. Tralasciando il fatto che era pure in Sicilia e tanti cari saluti alla Cassa del Mezzogiorno e tutte le altre iniziative pronte a finanziare il Sud Italia.
La verità è che l’Italia della P.A. è talmente marcia che ha sempre più bisogno di soldi e nessuno ha il coraggio di fare un taglio vero delle tasse che non solo porti le aziende nostrane a non scappare, ma che invogli gli stranieri a investire nel nostro paese.
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