Lo scherzo alla trattoria Gozzi – In un’assolata mattina fiorentina di fine luglio, alcuni loschi figuri bardati di mantello e cappello da cuoco, si dirigono furtivi verso piazza San Lorenzo. La loro destinazione è una storica trattoria di Firenze.
E cosa avranno mai in mente questi 7 uomini con una conclamata sindrome di Peter Pan? Uno scherzo. In chiaro spirito fiorentino: c’è la crisi? E noi ci ridiamo sopra.
Non sono nemmeno le 7 del mattino e un telo viene messo a coprire il portone della Trattoria Sergio Gozzi. Lo scherzo va fatto per bene: livella, martello, chiodi. Non manca nulla.
Quei pochi mattinieri passanti, ci guardano stupiti. La situazione è grottesca.
Il cartellone è professionale. E terribilmente eloquente. “NUOVA GESTIONE. PROSSIMA APERTURA. RISTORANTE CINESE”. La curiosità dei cittadini diventa sgomento. Una signora col cagnolino si ferma impietrita.
Pure le interviste
Ed è qui che l’orchestra ha il suo pieno. Mi avvento sulla poverina e faccio finta di intervistarla. Il nostro Re-Gista immortala.
Da lì in poi partono interviste a tutti. A Romeo del Ristorante Mario, alla spazzina di Alia che chiama il povero Alessandro Gozzi in “villeggiatura” in Puglia e non ci capisce niente. Ecco che arriva l’ortolano che, ben istruito da noi, lo richiama: “Bravo! Invece che pagarmi le fatture, vendi ai cinesi e te ne vai in vacanza”.
Pure due vigili! Che bella sei Firenze mia. In mezz’ora uno scherzo confinato ai Cavalieri di Sant’Appiano, ha coinvolto tutto il quartiere. Col povero Gozzi che inveiva contro tutte le divinità celtiche e norrene.
Che bella sei Fiorenza nostra. Nei momenti più bui riesci a tirare fuori il meglio di te. Tramite la gente comune e quell’innato, malsano, stupendo senso dell’umorismo che hai. Lo scherzo al Gozzi è una cosa nostra. Covid o non Covid!
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