Cent’anni di vita intensa
Il 39esimo inquilino della Casa Bianca, dal 1977 al 1981.
Biden dichiara 9 gennaio giorno lutto nazionale per Carter.
Carter era il presidente statunitense più anziano ancora in vita
E’ scomparso all’età di cento anni, compiuti lo scorso ottobre. È stato considerato uno dei peggiori Presidenti USA dal dopoguerra a prima di Trump, con un’agenda troppo ambiziosa, ma il tempo ha aiutato a guardare quel quadriennio in una prospettiva diversa.
Carter ha avuto la fortuna, in un certo senso, di andarsene in un momento storico in cui la sua eredità comincia a venire rivalutata in modo notevole. Non relativamente solo al suo impegno nella post-presidenza . E’ noto che abbia condotto uno stile di vita frugale, che dal 1982 con le attività della sua fondazione no-profit Carter Center, con la quale si è interessato e dedicato al problema abitativo, che per altro conosciamo molto bene anche noi ma per il quale si fa poco o nulla , contribuendo a costruire case per gli americani a basso reddito e ha inviato osservatori alle elezioni di decine di Paesi dove era incerto il confine tra democrazia e Stato autoritario.
Un impegno che gli è fruttato, anche per le volte in cui si è speso in prima persona per conto degli Stati Uniti, il Nobel per la Pace nel 2002
Anche il suo non certo fortunato quadriennio presidenziale è stato oggetto di rivalutazioni. Non apprezziamo santificazioni postume, ma la verità.
Carter è stato il prodotto, effetto e risultato, del suo tempo e deli’ambito e ambiente dov’è cresciuto e si è formato., Quel profondo Sud ex schiavista che nel 1924 aveva ancora un regime di rigida segregazione razziale.
Non è un caso che, nonostante fosse fermamente contrario a quella pratica di governo, ancora nel 1970, quando si candidò alla carica di governatore della Georgia, fece un ampio uso di stereotipi razzisti, purtroppo, al momento, necessari per vincere le elezioni
Mettendo comunque in chiaro che avrebbe decisamente superato la segregazione razziale. Dopo ben sedici anni dalla sentenza della Corte Suprema “Brown v. Board of Education” che dichiarava incostituzionale la separazione tra bianchi e neri nei luoghi pubblici.
Quanto alla presidenza inizialmente ebbe una certa fortuna. Nel 1976 la saggezza convenzionale sulla fama e l’esperienza dei politici candidati alla presidenza era andata in pezzi, distrutta dallo scandalo del Watergate che aveva costretto Nixon alle dimissioni. Infatti l’opinione pubblica americana è molto sensibile , ovviamente in senso negativo, al fatto che un presidente menta apertamente alla nazione.
Carter fu l’espressione nuova di cui il popolo americano sentiva il bisogno, la giusta congiunzione tra i conservatori del Sud, a cui comunque apparteneva come devoto aderente alla Chiesa Battista del Sud, e i progressisti del Nord, quel mix che serviva ai dem per superare la defunta coalizione del New Deal, distrutta dalla stagione dei diritti civili e dalla guerra del Vietnam che mise in ombra l’ampia stagione riformista di John Fitzgerald Kennedy e Lyndon Johnson
Aveva un’agenda ambiziosa, che rovesciava il brutale realismo kissingeriano in favore di una strenua difesa dei diritti umani sostenendo anche la dissidenza nei Paesi comunisti, incluso il gruppo cecoslovacco di Charta 77, dopo che per anni era stata abbandonata in nome della distensione. Lui, che a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta era parte di un ristrettissimo e scelto gruppo di ufficiali navali che avrebbe dovuto far parte dell’equipaggio dei sottomarini nucleari, aumentò le spese del quaranta per cento per il dipartimento della difesa.cessò Chiuse anche il sostegno militare alla dittatura di Pinochet in Cile e ai generali argentini.
Attuò un’ampia deregulation del trasporto aereo che consentì la nascita delle compagnie low cost e tolse una vecchia norma risalente al Proibizionismo che impediva la produzione di birra artigianale, creando un fiorente settore economico dal nulla.
Nel 1979 però fu colpito da una serie di sfortunati eventi
La cacciata dello Shah dall’Iran il 17 gennaio che aveva definito qualche mese prima quale “isola di stabilità” in una regione turbolenta, seguito dall’incidente alla centrale nucleare di Three Miles Island il 28 marzo del 1979, che portò a una parziale fusione del nocciolo, per concludere con l’invasione sovietica dell’Afghanistan del dicembre.
Ma fu anche un’ eccellenza nella diplomazia, culminata con la mediazione tra Israele e Egitto, coronata dal successo con l’accordo di Camp David siglato il 17 settembre 1978.
Per finire, all’epoca, non venne ricevuto per nulla bene il suo appello alla nazione il 15 luglio 1979, visto come eccessivamente pessimista.
Eppure, in quel discorso, chiamato “Malaise Speech” affrontava i temi che più stanno a cuore al mondo progressista: il “centrista” Carter parlò di una crisi di fiducia tra cittadini e mondo politico, affrontò la necessità di utilizzare maggiormente le energie rinnovabili, ponendo anche un gruppo di pannelli solari sulla Casa Bianca, e chiese agli americani di rivedere il loro stile di vita eccessivamente votato al consumo
Il suo biografo Jonathan Alter, lo ritiene semplicemente troppo avanti per quell’America che invece preferì affrontare una crisi inflazionistica affidandosi a Reagan che rilanciò il liberismo economico con un messaggio sfacciatamente ottimista: alle elezioni del 1980 Carter ne uscì distrutto.
Ma infine oggi, dopo la sua morte, la sua eredità dev’essere ridiscussa, superando lo stigma di una sconfitta elettorale frutto di una grande sfortuna.
Gli Stati Uniti osserveranno una giornata di lutto nazionale il 9 gennaio in onore dell’ex presidente
“Invito il popolo americano a riunirsi in questo giorno nei rispettivi luoghi di culto per onorare la memoria del presidente James Earl Carter Jr. Invito coloro che in tutto il mondo condividono il nostro dolore ad unirsi a noi in questa solenne commemorazione”, ha dichiarato il presidente uscente Joe Biden in un decreto pubblicato online.
I funerali di Stato saranno tenuti entro sette-dieci giorni
La cerimonia sarà accompagnata da commemorazioni a Washington e in Georgia, dove Carter era nato nel 1924. Il ferettro verrà esposto al Carter Center, in Georgia, poi trasferito a Washington dove si svolgeranno le esequie. Ritornerà in Georgia e verrà trasferito a Plains, dove ha vissuto e dove verrà officiata una cerimonia privata. Carter riposerà nella cappella privata accanto alla moglie Rosalynn, morta l’anno scorso.
Dalle umili origini fino alla Casa Bianca
J”ames Earl Carter Jr. era nato nel 1924 nella piccola cittadina di Plains
Il padre era proprietario di un campo di arachidi, la madre era un’infermiera che aveva sfidato la segregazione razziale per aiutare donne di colore. Nel 1941 Jimmy fu il primo della sua famiglia paterna a finire il liceo. Alla Casa Bianca per un solo mandato, stretto tra i repubblicani Gerald Ford e Ronald Reagan, il democratico Carter aveva governato l’America in un periodo di gravi emergenze in patria e nel mondo, tra cui la crisi degli ostaggi in Iran.
La percezione che non fosse stato in grado di gestirle ne provocò nel 1980 la sconfitta elettorale.”
Cent’anni, nonostante la diagnosi di un tumore al cervello, nell’ultimo periodo si era curato con l’immunoterapia e sottoposto alle cure palliative
“Mio padre è stato un eroe, non solo per me ma per tutti coloro che credono nella pace, nei diritti umani e nell’amore”, ha affermato Chip Carter, uno dei figli.
Approfondimento
“Presidenti americani: l’elenco completo, da Washington a Trump
Le reazioni da Biden a Zelensky
Numerose le reazioni da tutto il mondo alla notizia della scomparsa di Carter.
Il presidente eletto Donald Trump ha sottolineato come Carter abbia dovuto affrontare numerose sfide “arrivate in un momento cruciale per il nostro paese. Ha fatto tutto ciò che era in suo potere per migliorare la vita di tutti gli americani
Per questo, tutti noi abbiamo un debito di gratitudine con lui”. Secondo il presidente Usa Joe Biden, “tutto il mondo lo considerava un amico. Ha lavorato per sradicare le malattie, forgiare la pace, promuovere i diritti civili e umani, promuovere libere e corrette elezioni, dare una casa agli homeless e sempre in difesa degli ultimi”. La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha sottolineato la sua “umanità e fede. Ha ispirato me e le generazioni future”.
Secondo l’ex presidente Usa Obama, quella di Carter è stata “la più lunga e impattante post-presidenza Usa”, mentre per l’ex capo della Casa Bianca George W. Bush, Carter lascia un’eredità che “ispirerà gli americani per generazioni”.
Secondo il presidente francese Macron, Carter “ha difeso i più deboli e lottato per pace”.
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha parlato di “instancabile campione per la pace e i diritti umani
L’Europa lo piange con il popolo degli Stati Uniti”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reso omaggio all’ex leader americano per il suo fermo sostegno a Kiev nella lotta “per la libertà”, nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina. “Il suo cuore è stato saldamente al nostro fianco nella nostra continua lotta per la libertà. Apprezziamo il suo incrollabile impegno a favore della fede cristiana e dei valori democratici, così come il suo incrollabile sostegno all’Ucraina di fronte alla “aggressione ingiustificata della Russia”, ha affermato Zelensky sul suo profilo X.
Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha ricordato Carter, morto ieri all’età di 100 anni, per aver raggiunto “risultati storici” lavorando sulla “diplomazia di pace” durante tutta la sua esistenza
“Rinnovo il mio profondo rispetto per il presidente Carter, che ha contribuito in modo significativo al rafforzamento delle relazioni amichevoli tra il Giappone e gli Stati Uniti e al mantenimento della pace e della stabilità nella comunità internazionale”, ha affermato Ishiba”.
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