Il ricatto è chiaro, quello di Cesare Battisti ed è il solito mezzuccio per far valere i propri “diritti”.
“Non mi curo, non mi nutro perché dopo decenni di villeggiatura mi trovo a dover scontare davvero i miei quattro omicidi.”
Almeno quelli di cui è stato riconosciuto colpevole.
Nel marzo 2019, Battisti davanti al capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili ha ammesso di aver commesso i quattro omicidi, tre ferimenti e una marea tra rapine e furti.
Dopo aver irriso l’Italia e le sue vittime per anni rifugiandosi alla Corte di dittatori comunisti compiacenti, suoi compagni, è stato estradato da Lula in Italia ed il soccorso rosso si è subito attivato.
Poco cibo, troppo isolamento
Povera stella, lui ci scrive disperato: “avendo esaurito ogni altro mezzo per far valere i miei diritti, mi trovo costretto a ricorrere allo sciopero della fame totale e al rifiuto della terapia”.
Così l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, in una lettera inoltrata al suo legale, l’avvocato Davide Steccanella.
Il legale afferma “è stata una scelta dolorosa ma inevitabile” e chiarisce che Battisti da oltre un anno e mezzo è in isolamento diurno nel carcere di Oristano, isolamento “di fatto del tutto illegittimo.
La pena dell’isolamento diurno a suo tempo inflitta era di sei mesi per cui è stata scontata a giugno 2019”.
Anche nei confronti di Cesare Battisti va garantito il rispetto dei “minimali diritti umani del detenuto” affinché la “legittima esecuzione di una pena non assuma i contorni di un vendicativo ‘seppellimento’ tardivo di un individuo quarant’anni dopo i fatti commessi”, scrive Steccanella.
Dopo il Covid il digiuno
Nei mesi scorsi Battisti aveva anche chiesto di uscire dal carcere per motivi di salute a causa della pandemia da Covid. Istanza respinta.
In più, attraverso l’altro suo legale, Gianfranco Sollai, l’ex terrorista ha presentato a luglio una denuncia alla Procura di Roma per abuso d’ufficio contestando il suo isolamento “forzato” nel carcere di Massama (Oristano).
Non facciamoci mettere nel sacco
“Spero che nessun politico e nessun giudice si faccia impietosire da questa mossa, lo conosciamo ormai, negli anni è riuscito ad ingannare Lula e tanti altri”, ha commentato Maurizio Campagna, fratello di Andrea Campagna, l’agente ucciso da Cesare Battisti il 19 aprile 1979 a Milano.
“Se qualche politico si farà ingannare”, ha aggiunto Campagna, “farò io lo sciopero della fame”.
Battisti “ci ha preso in giro fin troppo, non va preso sul serio se viene tenuto in isolamento, un buon motivo ci sarà”.
Buona dieta Cesare. Prima o poi un magistrato tuo compagno ti sottrarra’ al tuo giusto castigo, per adesso tira la cinghia.
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