Cesare Battisti protesta dal carcere: «Cibo scarso, troppi fritti e grassi»

CESARE BATTISTI

«Cibo scarso, troppi fritti e grassi. Ho l’epatite e una prostatite». Cesare Battisti protesta: nel carcere di Massama sconta due ergastoli per omicidi e rapine commessi negli anni della militanza fra i Proletari Armati per il Comunismo e non può, come invece gli altri detenuti, acquistare generi alimentari e cucinarli in cella.

Battisti è sottoposto a un regime particolare in un carcere di massima sicurezza alla periferia di Oristano, dove è rinchiuso da gennaio 2019. Latitante per quasi 40 anni, una fuga dal carcere di Frosinone, prima in Francia e Messico, poi in America Latina, status di «rifugiato politico», scrittore di noir, nel 2018 è stato catturato e qualche mese dopo rispedito in Italia.

Dei tre livelli dell’alta sorveglianza è all’intermedio, AS2. In AS3 ci sono mafiosi, camorristi e rapitori. Dal suo arrivo in Sardegna è in isolamento forzato, il solo detenuto – pare – in un’ala appartata. Spiega il suo avvocato Gianfranco Sollai: «Ci sarebbe dovuto rimanere per sei mesi, fino al luglio dello scorso anno. Invece questo regime di detenzione si è inspiegabilmente prolungato e va avanti ancora adesso, nonostante non sia supportato da alcuna sentenza né disposizione di legge».

Il catering non va bene per Cesare Battisti

A Massama – conferma l’avvocato Paolo Mocci, garante provinciale dei detenuti – non ci sono strutture adeguate per l’AS2 e per certe patologie non può essere assicurata assistenza sanitaria. I pasti vengono forniti da una ditta esterna di catering; non si sa se le pietanze vengano fornite precotte né con quali criteri di alimentazione.

Cesare Battisti ha ripetutamente chiesto il trasferimento, ma non lo ha ottenuto. In una delle strutture sarde attrezzate, l’istituto di massima sicurezza di Bancali a Sassari, un reparto AS2 c’è, ma ha problemi di sovraffollamento e carenza di personale. E soprattutto ospita un nucleo di detenuti islamici accusati di terrorismo, militanti dell’Isis; l’ amministrazione penitenziaria – che non ha voluto in alcun modo commentare le rimostranze sul cibo – ha ritenuto opportuno evitare ogni contatto. Negati a maggio anche gli arresti domiciliari che Battisti avrebbe voluto scontare a casa di parenti in una località del Lazio: sosteneva che a Massama c’era pericolo di contagio da Covid-19.

No al trasferimento

Per mezz’ora il tribunale di sorveglianza di Cagliari ha ascoltato l’ergastolano/terrorista, che ha chiesto di essere sottoposto a esami clinici, sicuro che confermerebbero l’esigenza di una diversa detenzione e di un più adeguato regime alimentare.

La Procura generale si è opposta, i giudici decideranno fra qualche settimana. «Non si tratta di un capriccio ma di seri problemi di salute». Insiste Battisti che ieri ha fatto sapere: «Vogliono trasferirmi al reparto AS3, hanno chiesto di firmare il consenso, ma io ho rifiutato».

Gli manca il caviale della sinistra

La protesta sul cibo ha scatenato l’indignazione di Lega e Fratelli d’Italia: «Taci e digiuna, assassino comunista» ha postato Matteo Salvini su Facebook. «Era abituato al caviale… È dura la vita degli assassini che pagano per i loro crimini», così Giorgia Meloni.

A marzo scorso Battisti ha ammesso quattro omicidi: «Era una guerra, ma ora chiedo scusa alle famiglie delle vittime».

Alberto Torregiani, figlio adottivo di Pierluigi (l’orefice ucciso in una rapina, nella quale Alberto, allora quindicenne, fu ferito e rimase paralizzato), non è convinto del «pentimento». «Da latitante mangiava ostriche e pasta alle vongole. Come può piacergli il cibo del carcere? Sono garantista, ma è assurdo che sia ancora un privilegiato».

 

fonte: corriere.it

https://www.adhocnews.it/renzi-vuole-far-fuori-conte-come-lo-vedete-alla-corte-costituzionale/

www.facebook.com/adhocnewsitalia

www.youtube.com/adhoc

Tweet di ‎@adhoc_news

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

 

Exit mobile version