Ci sono sguardi pieni di silenzio
Che non sai descrivere con le parole.
E pensare che il 30 novembre 1786 il Granducato di Toscana è stato il primo Stato al mondo ad abolire la pena di morte.
Indipendentemente dal “fine vita”, materia troppo delicata per essere trattata in questa sede.
Mi corre l’obbligo di considerare la vicenda un ossimoro. Infatti non esprimo il mio parere. Troppo difficile decidere senza averne contezza. Purtroppo viene considerato status politico ma non lo è affatto. A mio avviso
“Una sconfitta per tutti”. è il commento del Cardinale Lojudice, Presidente dei Vescovi della Toscana
Una Toscana che si è riscoperta divisa, tra laici e cattolici, su un tema delicato, un delicatissimo argomento dalle mille sfaccettature e tanti dubbi, spesso trattato con eccessiva superficialità.
La Regione Toscana è dunque anche la prima regione italiana a dotarsi di una legge per garantire ai malati tempi e modalità certi per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, anche se non tutti sono d’accordo sulle competenze in materia, tra nazionali e regionali. A mio avviso non si tratta di esere d’accordo o meno. Certamente una legge che permette ma non impera è sempre una buona legge. Perchè dà liberta di scelta a chi ne ha facolta
E qui casca l’asuno. Chi ne ha facoltà? Certamente l’essere umano che non ce la fa più a vivere quando ritiene che la sua non è piu vita. Ma non sempre è in grado di esprimersi. Testamento biologico? Ben venga, ma prima della scelta estrema si può anche cambiare idea. Anche questa è libertà.
Dopo un dibattito, molto acceso il Consiglio ha approvato, a maggioranza, la legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni. Un testo presentato in tutte le Regioni ma mai arrivato all’approvazione. Fino ad oggi, all’approdo a Firenze: voto favorevole di PD (con l’eccezione della consigliera Dem, Lucia De Robertis) Iv, M5s e gruppo Misto
Soddisfatto il Presidente , che, con grande superficialità e pieno di boria esordisce “la Toscana ha dato un segnale molto forte. Sono convinto che questo voto darà un impulso al legislatore nazionale, che per i suoi aspetti di competenza è bene risponda alla Corte, e si pronunci per dare all’ordinamento il superamento del vulnus che finora c’è”.
Come se fosse importante essere il primo considerando tanti altri aspetti, , quello dell’autodeterminazione senza dubbui alcuno. E volutamente non voglio mettere al primo posto quello morale e tanto meno quello religioso. Per motivi che non mi pare il caso di elencare
Il voto favorevole di Italia Viva, si difende con il distinguo “antemponiamo il principio delle cure palliative, esordisce Stefano Scaramelli, depositario di apposito odg , per fare modo che a livello domiciliare si accompagnino i malati terminali. Serve dunque istituire commissione bioetica”.
Qualcuno mi spieghi il significato di quesro distinguo. Dato che se c’è bisogno di una commissione che decide, l’autodeterminazione va a farsi friggere.
“Una sconfitta per tutti” ha dichiarato il cardinale Augusto Paolo Lojudice – arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, vescovo di Montepulciano – Chiusi – Pienza e presidente della Conferenza episcopale toscana – a nome dei Vescovi della Toscana
“Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana – ha dichiarato stasera il Cardinale – questo non limiterà la nostra azione nei confronti della vita sempre e comunque.
Ai cappellani negli ospedali, religiose e religiose, ai volontari che operano negli ospice e nei luoghi dove ci si confronta con la malattia, il dolore la morte. Dico a tutti: non arrendiamoci, continuiamo a essere portatori di speranza e di vita nonostante tutto. Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta”.
Già il Cardinale, nell’intervista ad Avvenire di questi giorni, aveva detto: “non possiamo valutare sullo stesso piano chi si impegna ad aiutare a vivere e chi aiuterebbe a morire
Non è una strada percorribile e giusta. Il Sistema sanitario è nato per la tutela della vita e non per altro. Snaturarlo significa prendere una strada senza ritorno che porterebbe a una logica non umana, che non ci appartiene”.
Dunque la maggioranza di centrosinistra ha votato a favore della proposta di Legge, contrario tutto il centrodestra
“Non voglio dare lezioni, ma non posso accettarle – ha dichiarato la capogruppo della Lega Elena Meini – Ci è stato chiesto di affrontare la scelta da laici. Ma l’essere cattolico fa parte della mia vita.
Mi muovo quotidianamente nelle mie azioni con il mio credo e con l’insegnamento della mia famiglia, e non me ne vergogno. Abbiamo ascoltato interventi di chi vota a favore, e li rispetto. In questo momento non posso esimermi dal mio percorso di vita, e chiedo di accettare il fatto che voti sulla base della mia coscienza e del mio percorso che non ho intenzione di rinnegare ma che rivendico. Si è parlato di diritti e di libertà. La libertà non è fare ciò che ci piace, ma avere diritto fare ciò che dobbiamo”
“Riteniamo che il fine vita, che arriva in Consiglio come suicidio assistito, competa al Parlamento dichiara Diego Petrucci (FDI) . E’sbagliato che ogni Regione faccia una legge per conto suo, che aprirebbe a differenze su scala nazionale. Su un argomento così complesso non possono esistere leggi differenti nei territori”.
Una scelta, quella della Regione Toscana, che ha aperto un solco tra il sentimento dei cattolici (e non solo) e di quanti agiscono in maniera unicamente laica
Ma anche un apripista che certamente porterà a riscontri -scontri in quanto la materia è delicata, con mille sfaccettature.
Un solco che, ironia della sorte, arriva l’ 11 Febbraio, memoria della Madonna di Lourdes, 33sima giornata mondiale del malato, ricorrenza voluta da San Giovanni Paolo.
Marcello Pera, l’ex presidente del Senato, fra i tanti ritiene che il fine vita non può essere disciplinato da una legge. A suo tempo si dichiarava ateo e non credente, venendo annoverato fraa gli atei devoti. Avendo difeso le radici cristiane dell’Europa
E’ convinto che il provvedimento verrà impugnato dal governo e, «con ogni probabilità», dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale.
Insieme a Carlo Giovanardi che non è uno sprovveduto, ex ministro per i rapporti con il Parlamento, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio e presidente della Giunta per le autorizzazioni, definisce «dilettanti allo sbaraglio» coloro che si cimentano in queste iniziative legislative.
«Da un lato, c’è un problema giuridico e costituzionale, dall’altro una riflessione etica e sociale sul tema del fine vita. Sul piano giuridico, non ho dubbi: si tratta di una forzatura. Una legge regionale che si sovrappone alle competenze del Parlamento è destinata a essere impugnata dal governo e, con ogni probabilità, dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale»
C’è anche chi sostiene che le Regioni stiano cercando di colmare un vuoto legislativo lasciato dal Parlamento.
Sarebbe dunque opportuno colmare questo vuoto.
«Non sono d’accordo. Parlare di inerzia del Parlamento è una giustificazione che non regge. Come ha più volte sottolineato dunque il senatore Pera, il fine vita non è un tema che può essere regolato in modo esaustivo da una legge. È una questione che riguarda una piccola comunità: il malato, i suoi familiari, il medico e, se lo si desidera, un sacerdote. Sono loro, in situazioni terminali, a dover decidere il confine tra accanimento terapeutico e il lasciare che la natura faccia il suo corso. Non servono tribunali, né invasioni legislative».
Anche il governatore campano, Vincenzo De Luca, ha annunciato l’intenzione di aprire il dibattito per una legge regionale.
«Dilettanti allo sbaraglio, perché probabilmente non sanno di quello che parlano e non hanno approfondito il problema. La considero un’iniziativa avventata, dettata più dalla voglia di protagonismo che da una reale comprensione del problema. È la vecchia mania italiana di voler risolvere ogni questione con una legge. Ma a chi si dà poi il potere di decidere? Ai magistrati?
Ai tribunali?».
Giovanardi sostiene che il Parlamento non legifera perché non vuole
“È una scelta politica, non una mancanza di volontà o di attenzione. Il Parlamento, seguendo la linea indicata da Marcello Pera, ritiene che non tutto possa essere normato. Il momento finale della vita di una persona è un’esperienza intima, che non può essere regolata da leggi. Anche la dottrina cattolica è chiara su questo punto: è contraria all’accanimento terapeutico, ma anche all’eutanasia. Il confine è sottile, ma non può essere tracciato da un legislatore”.
Ecco l’aspetto che fa paura. Eutanasia. Perchè molti temono che a questo alcuni tendano ad ad arrivare. A questa applicazione
Ci si chiede quindi qual è il limite da non superare
«Quando si parla di eutanasia, si rischia di aprire la porta a situazioni inaccettabili, come quella di giovani di 20 anni, perfettamente sani, che attraversano una crisi esistenziale e chiedono di porre fine alla loro vita. Non possiamo permettere che la società sopprima vite in questo modo. Il limite è difficile da definire, ma è chiaro che non possiamo delegare queste decisioni a leggi rigide o a tribunali».
Una esperienza personale è quella della scelta che a suo tempo ho fatto per mia madre. Una marrina vengo chiamata da S Maria Nuova. ospedale fioremtino
Mia madre ottantanovenne, ricoverata da qualche tempo , è stata colpita nella notte da insufficienza renale acuta. Una condizione potenzialmente letale, anche detta blocco renale. Mi viene chiesto se devono provare a salvarla, pur essendo gravissima, sottoponendola a dialisi. Senza pensarci un attimo ho acconsentito .
Immediatamente. Così ho trovato la mamma piena di tubi. Ha ripreso ma ha passato un anno allettata e con grandi sofferenze, prima di lasciarci poco dopo il suo novantesimo compleanno e proprio il giorno del mio
In seguito mi sono spesso chiesta se valeva la pena di farle passare un anno viva ma praticamente senza vita. La mia risposta è sempre stata una e una sola. Non avrei mai avuto il coraggio di lasciarla andare. Dunque mi comporterei esattamente come allora.
Anche perchè sapevo, pur non avendone mai parlato, che lei era attaccata alla vita
Dunque, praticamente, una sua scelta, anche se nel momento del blocco ho deciso io per lei, velocemente e senza alcun dubbio.
In quesri giorni si è psrlato molto di una bellissima canzone poesia. Non riguarda il fine vita, ma lo sfiora . Se approfondita fa pensare che chiunque non sia capace di intendere e di volere come chi è affetto da patologie particolari che allontanano dalla vita reale, e purtroppo sempre meno rare o, almeno, oggi del tuto palesi, possa o debba essere aiutato a morire.
Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei
Ti starò vicino come non ho fatto mai.
Rallenteremo il passo se camminerò veloce,.Parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.
Giocheremo a ricordare quanti figli hai.
Che sei nata il 20 marzo del ’46.
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito
Ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.
Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa.
Ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato
E sorridere del tempo che non sembra mai passato. Quando sarai piccola mi insegnerai davvero chi sono.A capire che tuo figlio è diventato un uomo
Quando ti prenderò in braccio
E sembrerai leggera come una bambina sopra un’altalena.
Preparerò da mangiare per cena, io che so fare il caffè a malapena.
Ti ripeterò il tuo nome mille volte fino a quando lo ricorderai
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te, per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.
Per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.
E sconfiggere anche il tempo che per noi non è passato.
Ci sono cose che non puoi cancellare,
Ci sono abbracci che non devi sprecare.
Ci sono sguardi pieni di silenzio
Che non sai descrivere con le parole.
C’è quella rabbia di vederti cambiare
E la fatica di doverlo accettare.
Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria
Che non so dimenticare.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutta questa vita che mi hai dato
E sorridere del tempo e di come ci ha cambiato.
Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte
Che non avrai paura nemmeno della morte
Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte
Adesso è tardi, fai la brava
Buonanotte.
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