Cibo made in Italy: il 22% della spesa dei turisti stranieri in Italia è destinata alla ristorazione. Cresce ancora l’export agroalimentare

Che l’enogastronomia fosse una delle maggiori tendenze del turismo nel Bel Paese lo si sapeva già da tempo. Ora la conferma arriva anche da una indagine condotta da Banca d’Italia che analizza le abitudini dei viaggiatori internazionali, presa a modello da Coldiretti per trarre le fila del comparto ristorazione.

Il 22% della spesa dei turisti stranieri in vacanza in Italia è destinata alla ristorazione, per un totale di ben 9,23 miliardi di euro spesi nel 2018. In crescita del 7% rispetto all’anno precedente“, afferma Coldiretti. Un dato che evidenzia il tasso sostenuto nella crescita della spesa dei viaggiatori stranieri, che raggiunge i 41,7 miliardi.

Finiscono nel totale tutti i pasti consumati nei locali che offrono ristorazione: pizzerie, tavole calde, bar, agriturismi ma anche stand che offrono cibo di strada e specialità enogastronomiche acquistate in mercati, feste e sagre. Altro grande classico, il souvenir enogastronomico, è diventato il più apprezzato dagli ospiti stranieri, dalla mozzarella di bufala in Campania al formaggio Asiago in Veneto, dal pecorino della Sardegna al prosciutto San Daniele nelle montagne del Friuli, dal vino Barolo del Piemonte alla Fontina in Valle d’Aosta, dal limoncello campano al Caciocavallo del Molise.

Con 825 prodotti agroalimentari e vitivinicoli a Indicazione geografica, 5.056 prodotti agroalimentari tradizionali, 4 beni enogastronomici inseriti nella lista del patrimonio tangibile e intangibile dell’Unesco (oltre a 2 città dell’enogastronomia), 334.743 imprese di ristorazione, 875 ristoranti di eccellenza, 23.406 agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 114 musei legati al gusto, 173 Strade del vino e dei sapori, il primato per l’agricoltura più green d’Europa con oltre 60mila aziende agricole convertite e la decisione di non ammettere la coltivazione di ogm nonchè una vera e propria valanga di esperienze tematiche da offrire, il cibo made in Italy si è oramai affermato quale vero valore aggiunto della vacanza in Italia. Un interesse che tocca da vicino gli stranieri ma sempre più anche i nostri connazionali: negli ultimi 3 anni il 98% dei turisti italiani ha partecipato ad almeno un’esperienza culinaria in vacanza1. Insomma l’Italia consolida di anno in anno il suo primato in termini di turismo enogastronomico: un mondo sempre più articolato, sofisticato e diffuso ma con ancora molte potenzialità da sviluppare in termini di servizi, infrastrutture, comunicazione ed accoglienza.  

Cresce ancora l’export agroalimentare made in Italy

+8% è l’aumento in termini di export agroalimentare che si registra ad aprile 2019 rispetto all’aprile dello scorso anno2. Una cifra che fa dell’alimentare il settore trainante per dimensione e tasso di crescita. A spingere la domanda estera sono prevalentemente gli Stati Uniti, dove l’aumento raggiunge il 16,6% nonostante l’incertezza legata ai dazi minacciati dal presidente Trump. Buoni risultati anche nel resto d’Europa con aumenti del 13,7% in Germania e del 7,4% in Francia ed un incoraggiante +9,4% in Cina.

Un andamento che evidenzia – sottolinea Coldiretti in una nota – la capacità del settore agroalimentare tricolore di intercettare la nuova domanda globale di alta qualità e tipicità ma anche di interpretare l’attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale“. Lo dimostra il fatto che, secondo uno studio Censis per Coldiretti e Filiera Italia, dalla crisi del 2008 ad oggi le esportazioni agroalimentari sono salite da 23,6 miliardi a 41,8 miliardi di euro, con un aumento record del 47,8% (contro il +16,5% del totale dell’economia).

1 dati del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2019, maggiori informazioni in questo articolo di Italia a Tavola.

2 analisi Coldiretti sulla base dei dati sul commercio estero dell’Istat.

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