Oltre la questione dei ventiquattromila euro si aggiunse, l’estate scorsa, la polemica suscitata dalle parole pronunciate dalla Cirinnà nei confronti della sua ex domestica.
La senatrice si lamentò con la sua collaboratrice domestica che l’aveva piantata in asso perché si è detta annoiata dalle proprie mansioni e dall’insostenibile solitudine avvertita in questi giorni nell’ampio podere.
“Ero già nei pasticci di mio, nelle ultime settimane. Nei pochi giorni di ferie, cinque per la precisione, sto facendo la lavandaia, l’ortolana, la cuoca. Tutto questo perché la nostra cameriera strapagata e messa in regola con tutti i contributi Inps, ci ha lasciati da un momento all’altro“.
Addirittura in regola e non in nero. Povera Stella.
V’è da commuoversi.
Ora le condanne nella famiglia Cirinna’
Quattro anni e otto mesi ed un anno e quattro mesi.
Queste le condanne inflitte in abbreviato dal gup di Roma rispettivamente a Claudio Cirinnà ed al figlio Riccardo.
I due, fratello e nipote della senatrice Monica Cirinnà erano tra i 28 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare del luglio scorso in seguito all’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che ha smantellato il clan Senese.
Le accuse, a vario titolo, erano quelle di usura, estorsione, e intestazione fittizia di beni.
I due erano accusati in concorso, di aver prestato e chiesto soldi ad una persona che si trovava sottoposta anche alle indebite “attenzioni” del clan.
La Cirinna’ evidentemente ne aveva ben donde quando apparve con il famoso cartello : “Dio, patria e famiglia: che vita di m****”.
Da parte sua, pare che il cane della Cirinna’ abbia rilasciato una dichiarazione nella quale si dice del tutto estraneo ai fatti, invitando la stampa a lasciarlo in pace.
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