Coldiretti ribadisce quanto aveva già dichiarato qualche giorno fa in merito alla regolarizzazione dei clandestini: “DL Rilancio non risolve la mancanza di lavoratori nei campi. Avrebbe dovuto esserci il coinvolgimento temporaneo delle medesime persone che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale e che poi ritornano nel proprio Paese.”
“Secondo il nostro Centro studi, solo 2 mila delle persone che potranno essere regolarizzate hanno lavorato nei campi. E lo potranno fare per la fine della vendemmia, non prima di metà settembre”. E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in un intervista rilasciata al Corriere della Sera. Per il Presidente “la regolarizzazione dei migranti decisa dal governo non risolverà il problema della mancanza di 200mila braccianti a causa del coronavirus, con gli stagionali stranieri rientrati nei Paesi di origine che non possono tornare in Italia”.
“Oggi, di definito, non c`è nulla. C`è stato il Consiglio dei ministri, ma adesso il decreto dovrà essere votato dalle Camere, convertito, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Poi aspetteremo la modulistica. E lasceremo il 40% del raccolto nei campi, per mancanza di braccianti”.
I CORRIDOI VERDI
“Decine di migliaia di lavoratori rumeni sono potuti tornare a lavorare nelle campagne della Germania e della Gran Bretagna. Grazie ad accordi tra i diversi Paesi che hanno sfruttato i corridoi verdi per la libera circolazione degli stagionali agricoli all’interno dell’Unione Europea. In questo modo si garantiscono le produzioni e le forniture alimentari alle famiglie durante l’emergenza coronavirus. Questa è una soluzione che consente, con la quarantena attiva, di garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole. Avrebbe dovuto esserci il coinvolgimento temporaneo delle medesime persone che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale e che poi ritornano nel proprio Paese.”
Quanto asserisce Coldiretti sembra essere non soltanto giusto, ma anche elementare. Perché allora la Bellanova ha intrapreso una strada evidentemente sbagliata? Probabilmente perché gli obiettivi non sono gli stessi. La priorità dell’esecutivo non sembra essere il salvare l’agricoltura, ma strumentalizzarla per un altro fine. Quello di proseguire con l’inserimento massiccio di elementi allogeni nel nostro tessuto sociale e culturale. D’altronde si tratta di uno dei principali obiettivi, più volte dichiarati, dell’agenda politica dei globalisti.
“La strada di cui parliamo la sta percorrendo anche la Francia e rappresenta una via obbligata per l’Italia – sottolinea la Coldiretti – sono oltre centomila gli stagionali agricoli che arrivavano ogni anno dalla Romania con permessi temporanei per la raccolta e per i lavori nelle aziende agricole italiane. Va immediatamente aperto un canale di collaborazione con la Romania, da dove viene circa 1/3 dei lavoratori stagionali impegnati in agricoltura, lavoratori che hanno costruito rapporti fiduciari con le imprese” afferma il presidente della Coldiretti.
FAVORIRE IL LAVORO AGLI ITALIANI
Ettore Pardini ci tiene anche a sottolineare che in questo momento di emergenza nazionale è importante aprire il più possibile il mercato alle opportunità di lavoro per gli italiani. Per questo “a livello nazionale – conclude Prandini – è ora necessaria subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo”. Deve essere consentito a cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne. In un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse potrebbero trovare un’occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne”.
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