COME PRIMA PIÙ DI PRIMA PEGGIO DI PRIMA
L’ars rethorica lo battezzò argumentum ad hominem.
Si tratta di gettare il discredito sull’antagonista e su chi gli sta attorno.
Lo scopo è sviare dalle argomentazioni in campo avvilendo chi le enuncia e la sua valenza coprendo lui e l’inner circle di infamie.
In politica il sistema è molto usato.In Italia l’esordio più noto causó la fine politica di Attilio Piccioni, al tempo contraltare.nella Dc di Amintore Fanfani.
Il figlio Piero, musicista di talento, fu invischiato per un bel po’di tempo, galera compresa, nell’omicidio di Wilma Montesi, famoso caso di cronaca nera dei primi anni 50 del 1900.
In seguito il sistema del discredito ad personam ha funzionato a pieno ritmo, coinvolgendo nel tritacarne un numero imprecisato di personaggi.
Lo stesso metodo lo si sta adoperando con il leader della maggioranza.
Prima il babbo mascalzone ( estraneo alla vita della premier), poi la mamma,
autrice di romanzi rosa e intenta a sbarcare il lunario, poi la casa data alle fiamme nell’infanzia. Si è proseguito col
cognato ministro e le presunte storie extraconiugali con tanto di attribuzione di paternità.
Indi alcune società asseritamente di dubbia qualifica poi la sorella chiamata a grandi responsabilità ( lo fece senza scandalo anche John Kennedy), persino la figlia nelle laide vignette dei media.Adesso il compagno, giornalista.
Salvo se altro .
Quest’approccio esprime i residui degli effluvi di sacrestie malfrequentate e di sezioni del vecchio pci piene di fumo di sigarette e velleità rivoluzionarie .
Umori che, uniti a revanscismi destrorsi, furono la base umana e culturale dell’utilizzo dell’argumentum ad hominem.
La tecnica è incivile e il premier sul punto merita tutela e solidarietà.
Lo dice chi non è stato nè è benevolo con l’odierno Mondo di Sopra.
I ‘patrioti ‘ sono oggi allineati nel campo postdemocratico e è sul dato politico che vanno criticati.
C’era chi pensava di votare uno sceriffo senza paura che prometteva di ‘ rivoltare l’Italia come un calzino’e si è ritrovato un’ossequiente valletta dei voleri dei nemici d’Italia.
Esempio illuminante. In uno spot di qualche anno fa la leader evidenziava l’iniquità delle accise sui carburanti con un esempio visivo efficace: mostrava un benzinaio che spiegava ,soldi in mano,quanto di 50 euro si prendeva lo stato.Se non sbaglio 35 euro.
La leader rivendicava un principio: le accise sul carburante sono ingiuste, inique, a beneficio di uno stato despota che sacrifica gli interessi reali, i diritti dei cittadini e l’equitá fiscale .
Oggi le promesse sono andate in cavalleria.
Da un lato il neoconfermato direttore dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che il fisco non è ‘amico’ dei cittadini, ma ‘giusto’. Dove ‘giusto’ non corrisponde a ‘equo ‘ ma a puntuale applicatore delle norme. Se la norma prevede spoliazioni dispotiche e il fisco esegue, per ciò stesso sarebbe ‘giusto ‘. Visione aberrante.
Dall’altro è spiegato che quelle accise sono ‘ irrinunciabili’ e vanno mantenute.
Come nei governi precedenti, il primato spetta alle necessità di far cassa ,senza curarsi dei cittadini e dell’equità dei prelievi.
Il primo cavallo di battaglia di chi prometteva il cambio di passo è andato a farsi benedire.
Senza contare che tecnicamente viene narrata una pericolosa fandonia utile soltanto alle contabilità di banche e speculatori e contraria all’economia reale, che comporta un danno cospicuo e verificabile, alimentando un sistema di far di conto erroneo e pernicioso.
Cosa ben descritta da un autorevole mente del Mondo di sopra,mentre spiega nei suoi scritti la divaricazione fra economia reale e contabilità predisposta dallo Stato :”l’amministrazione vive senza i conti e i conti vivono senza l’amministrazione. Essa non è riuscita, salvo qualche iniziale tentativo, a introdurre il calcolo economico nello Stato ‘Su argumenta ad res e non ad hominem,costei e i suoi collaboratori dovrebbero essere chiamati a rispondere.Dovrebbero dire perchè non mantengano le promesse,anche quelle più vistose.
Non c’è alcuna necessità del gioco del discredito personale.
Tutto come prima più di prima, soprattutto PEGGIO di prima.
Fonte: https//www.Ilsussidiario.net/
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