Comincia tutto da un messaggio, da una telefonata
Dal libro: La notte nel sangue
E poi… lei che cerca lui.
Nascono i primi messaggi, dapprima episodici, poi più frequenti. I primi “buongiorno” scritti tra un caffè e l’altro, appena svegli, magari, accompagnati da emoticon. E intanto, i pensieri si alternano, rincorrendosi.
Vengono fuori le prime telefonate, tra l’imbarazzo di non disturbare, i primi “dormiamo insieme?” e la voglia di sapere le prime rivelazioni dette a mezza voce per non scoprirsi. E i primi baci, che sanno di fresco. Tutto terribilmente bello.
Le mani che si cercano, lasciando spazio ai “Ti amo” sussurrati tra i denti.
Tra la paura di farsi sentire e il terrore di non essere capiti.
E le notti trascorse sotto le stesse lenzuola, con le gambe intrecciate e la paura del domani, di non conoscersi.
Tutto terribilmente bello. Forse anche troppo…
Poi… poi succede che forse le favole non esistono e quindi…
Quindi il finale non lo scrivo.
Perché un po’ ci credo ancora. Perché in fondo al cuore,
non si smette mai di cercarsi, di pensarsi. Anche con un semplice messaggio.
Perché quando si ama qualcuno, la cosa più importante è farlo sentire importante.
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